Con una capacità di circa 40 kWh può soddisfare i fabbisogni domestici per quasi due giorni. La società australiana Gowings investe nella startup LAVO e acquista oltre 200 unità
Primi acquisti in Australia del sistema d’accumulo domestico a idrogeno
(Rinnovabili.it) – La startup australiana LAVO, creatrice del primo sistema d’accumulo domestico a idrogeno, e la società di investimento Gowing Bros si sono strette la mano. La seconda ha deciso, infatti di divenire uno dei principali investitori nella giovane realtà. E di acquistare oltre 200 unità LAVO System da distribuire nelle sue proprietà. “In Gowings, cerchiamo opportunità d’investimento in qualcosa che riteniamo possa offrire un futuro più sicuro per tutti i nostri stakeholder e fare la differenza nella comunità”, ha spiegato il ceo John Gowing. “Siamo convinti che LAVO non solo soddisfi, ma superi tale obiettivo, soprattutto perché stiamo lavorando per divenire un’azienda a impatto zero”.
Come funziona il LAVO System?
La startup ha lanciato il suo accumulo domestico a idrogeno a settembre 2020 (ma sul mercato internazionale arriverà nel 2022). E ad oggi è ancora il primo energy storage per abitazioni ed aziende ad impiegare questo combustibile.
Nel complesso il sistema è abbastanza ingombrante: misura 1,6 x 1,2 x 0,4 metri e pesa un buon 324 kg. Oltre al collegamento all’inverter solare, il dispositivo richiede necessariamente un allaccio alla rete idrica (attraverso un depuratore). In questo modo, quando l’impianto fotovoltaico produce energia, LAVO System preleva l’acqua e impiega l’elettricità per spezzare le molecole in idrogeno e ossigeno. Quindi immagazzina il vettore in una sorta di spugna a idruri metallici a una pressione di 30 bar. Al momento del bisogno, una cella a combustibile riconverte l’idrogeno in acqua, rilasciando elettricità.
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In termini prestazionali, l’accumulo domestico a idrogeno della LAVO vanta una potenza di 5 kW e una capacità utilizzabile di 40 kWh, tre volte quella offerta dalla batteria Powerwall 2 della Tesla. “E’ sufficiente per alimentare una casa australiana media per 2 giorni”, spiega la società. La scheda tecnica riporta anche i valori di voltaggio nominale (48 V CC) e le tensioni d’uscita (45-53 V CC). Il suo punto forte? Offre una durata di vita di circa 30 anni. Inoltre l’impianto si connette in rete tramite Wi-Fi ed è dotato di un’app per telefono che permette agli utenti di monitorare e controllarne il funzionamento. Per aziende con maggiori esigenze d’alimentazione, possono essere installati diversi impianti in parallelo a formare una sorta di “centrale elettrica virtuale”.