Enea e Fiat tra i partner del progetto 3beLiEVe
(Rinnovabili.it) – Il futuro della mobilità elettrica è sempre più “smart” e il processo d’innovazione sta coinvolgendo ogni aspetto dei nuovi veicoli, batterie comprese. A dimostrarlo è il progetto 3beLiEVe (3b generation of LNMO cells for the xEV market of 2025 and beyond) avviato in Europa con l’obiettivo di aprire le porte ad una nuova generazione di sistemi d’accumulo per l’e-mobility. L’iniziativa ha raccolto un contributo europeo di 10 milioni di euro e la partecipazioni di 21 partner internazionali, tra università, centri di ricerca e aziende di settore. Sotto il coordinamento dell’Austrian Institute of Technology (AIT), le parti collaboreranno per sviluppare la terza generazione di batterie al litio, integrando nei sistemi piccoli sensori di monitoraggio delle celle.
Rispetto a quelle di seconda generazione, le batterie litio-ione di terza generazione sono caratterizzate da una maggiore tensione della cella (5 V contro gli attuali 4 V). Un incremento ottenuto grazie all’uso di silicio all’anodo e variazione al catodo delle percentuali di materiali strategici come nickel, cobalto e manganese. Ciò si traduce in ricariche più rapide, autonomia e sicurezza maggiori. la diagnostica completa il quadro per garantire maggiore autonomia grazie a consumi ridotti.
>>leggi anche Batterie a ioni alluminio, la densità energetica raddoppia<<
A rappresentare l’Italia ci saranno l’azienda hi-tech Sensichips di Aprilia (Latina), il Centro Ricerche FIAT di Torino e l’ENEA che, attraverso le parole di Simone Mannori, ricercatore del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia, spiega così il progetto “I veicoli elettrici, in particolare quelli con un’autonomia superiore a 400 km, richiedono l’impiego di batterie costituite da centinaia di celle […] il nostro compito sarà quello di sviluppare sensori smart e wireless in grado di monitorare lo stato di salute e di carica di ogni singola cella”. Grazie ad un’elettronica di controllo con funzionalità di diagnostica avanzata, i sensori potranno ottimizzare il rendimento complessivo delle batterie e, aggiunge Mannori, “migliorare sensibilmente l’esperienza di guida delle auto elettriche”.
“Tecniche di misura come queste sono possibili solo attraverso una profonda conoscenza della chimica delle celle, dei processi costruttivi e delle metodologie di collaudo – sottolinea Francesco Vellucci del Laboratorio Sistemi e Tecnologie per la Mobilità e l’Accumulo – In ENEA abbiamo le infrastrutture e le competenze necessarie per contribuire a un progetto che potrebbe far fare un salto in avanti alle tecnologie di accumulo elettrochimico e, di conseguenza, alla mobilità elettrica in Europea, dove ricerca, industria e, soprattutto, le grandi case automobilistiche stanno investendo molto”.
>>leggi anche Arrivano le prime batterie litio-CO2 ricaricabili<<