Un utilizzo intelligente delle risorse potrebbe farci risparmiare fino a 700 mld di dollari l’anno, ma Bruxelles è pronta a mandare in soffitta la direttiva sull’economia circolare
(Rinnovabili.it) – “Mai ci saremmo aspettati di dover rimpiangere Barroso, ma oggi la Commissione Europea ha toccato il fondo”. Così Monica Frassoni (Copresidente del Partito Verde europeo) e Francesco Ferrante, esponenti di Green Italia, commentano la notizia del ritiro delle direttive europee su Pacchetto aria ed Economia circolare. A nulla sono valse le proteste di ambientalisti e società civile, né la lettera formale inviata dai ministri dell’ambiente di 11 stati membri – Italia compresa – per far ravvedere il nuovo esecutivo europeo. Come annunciato dal vicepresidente Timmermans, l’agenda comunitaria 2015 è pronta a escludere i provvedimenti che riguardano il miglioramento della qualità dell’aria e la gestione più sostenibile dei rifiuti, a patto ovviamente che anche il Consiglio e Parlamento europeo diano il loro beneplacito.
Si tratta di una decisione, secondo Ferrante e Frassoni, “ad uso e consumo di lobby e blocchi di potere economici che vogliono produrre secondo vecchi logiche, voltando le spalle al processo di innovazione garantito dalla green economy. L’annuncio di presentare nuove direttive suona come una minaccia all’ambiente e alla salute”. E a pagarne le spese non sarà la qualità della vita di migliaia di europei e i nostri ecosistemi. Come ricorda Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente la mancata adozione di queste direttive “contribuirà a portare l’Europa verso un suicidio economico”. E i numeri stessi presentati da Bruxelles lo confermano: fra benefici sanitari e minori danni all’ambiente, i risparmi economici dal prossimo decennio sarebbero ammontati da un minimo di 40 a un massimo di 140 miliardi di euro, mentre un utilizzo intelligente delle risorse e il loro recupero potrebbe farci risparmiare fino a 700 miliardi di dollari all’anno. “La decisione di oggi – conclude Ciafani – rappresenta una pesante sconfitta per l’ambiente, mentre per le lobby industriali, e forse anche per le case farmaceutiche visti i pesanti impatti sulla salute, rappresenta una imbarazzante vittoria”.