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Qualità dell’aria: l’Europarlamento approva i limiti più stringenti

L’Europarlamento vota a favore dei nuovi cap nazionali sulle emissioni di sei principali inquinanti, tra cui NOx, particolato e biossido di zolfo

Qualità dell'aria: Strasburgo approva i limiti più stringenti

 

(Rinnovabili.it) – Il piano della Commissione europea per migliorare la qualità dell’aria è stato approvato dalla plenaria dell’Europarlamento. Inizia così l’iter normativo della nuova direttiva NEC (National Emission Ceiling, letteralmente “tetto alle emissioni nazionali”) con cui l’Unione Europea intende inasprire la lotta all’inquinamento atmosferico. La votazione degli eurodeputati approva i limiti proposti dall’Esecutivo UE per sei principali inquinanti: biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), metano (CH4) ammoniaca (NH3), e polveri sottili (PM 2.5).

 

I nuovi cap nazionali dovranno essere raggiunti progressivamente, con un primo step a partire dal 2020, ed un secondo al 2030. I deputati chiedono che l’aggiornamento della direttiva NEC apporti un contributo anche alla riduzione delle emissioni di mercurio nell’Unione, facendo però precedere alla definizione di obiettivi nazionali, una puntuale valutazione d’impatto. I parlamentari europei sostengono inoltre che Commissione e Stati dovrebbero immediatamente approvare la nuova proposta di regolamento sulla valutazione delle emissioni in condizioni di guida reale, attualmente in esame, al fine di garantire che tutte le politiche europee sull’inquinamento atmosferico convergano allo scopo prefisso.

Altro emendamento approvato, la rimozione della proposta della Commissione per una maggiore flessibilità agli Stati membri nella riduzione delle emissioni legate alla navigazione internazionale. Per gli eurodeputati è invece fondamentale che Bruxelles prenda in considerazione misure per ridurre gli inquinati del trasporto marittimo internazionale, in particolare nelle acque territoriali e nelle zone economiche esclusive.

 

Qualità dell’aria: i limiti per l’Italia

Andando a guardare quello che sarà l’impegno dell’Italia, si scopre che il BelPaese è uno degli Stati membri che dovrà usare maggior olio di gomito. Per la precisione i nuovi cap prevedono una riduzione, rispetto ai valori del 2005 di:

– 35% (I fase) e 75% (II fase) sulle emissioni di SO2

– 40% (I fase) e 69% (II fase) sulle emissioni di NOx;

– 35% (I fase) e 54% (II fase) sulle emissioni di COVNM;

– 5% (I fase) e 26% (II fase) sulle emissioni di NH3;

– 10% (I fase) e 45% (II fase) sulle emissioni di PM2,5;

– 40% (II fase) sulle emissioni di CH4.

 

L’inquinamento europeo continua a mietere vittime

L’aggiornamento della direttiva rientra nel pacchetto di misure Clean Air Policy, avviato dall’ex-Commissione Barroso e ha alle spalle una certa urgenza. Nonostante, infatti, negli ultimi 20 anni nell’Unione si siano registrati considerevoli progressi nell’ambito delle emissioni atmosferiche antropiche la qualità dell’aria ancora non soddisfa: nel 2010 l’inquinamento atmosferico europeo ha causato oltre 400.000 morti premature. La Germania è il paese con la più alta stima di morti premature dovute all’inquinamento da PM2,5 (più di 69.000 all’anno), seguita da Italia e Polonia, con rispettivamente quasi 65.000 e 42.400 decessi ogni anno. Al Belpaese tocca pero il primato della più alta stima di morti premature dovute all’inquinamento da ozono (quasi 3.400 all’anno).

“L’inquinamento atmosferico impone enormi costi umani ed economici. E danneggia anche l’ambiente naturale, attraverso l’eutrofizzazione e depositi acidi, e non si ferma alle frontiere degli Stati membri”, ha commentato l’eurodeputato Julie Girling (ECR, UK). “Questa legislazione contribuirà a tutti i livelli di governo, comprese le autorità regionali e sub-regionali che si sono impegnate così vigorosamente nel processo”.

 

 

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