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Ministero della Salute: sì ai sacchetti biodegradabili portati da casa

Dopo il Consiglio di Stato, anche il Ministero della Salute stabilisce con una circolare che i clienti dei supermercati non sono obbligati ad acquistare i sacchetti per frutta e verdura sul posto

 

sacchetti biodegradabili

 

I sacchetti biodegradabili portati da casa devono essere monouso, nuovi e compostabili in tre mesi

(Rinnovabili.it) – I sacchetti biodegradabili per la frutta e la verdura potranno essere portati da casa e non dovranno essere obbligatoriamente acquistati nei supermercati. Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato arriva la circolare del Ministero della Salute che fa chiarezza sul comportamento che i consumatori dovranno adottare a riguardo. I sacchetti infatti dovranno avere determinate caratteristiche:  monouso (quindi, non riutilizzabili), nuovi (quindi, non utilizzati in precedenza), integri e compostabili in tre mesi.

 

“Laddove il consumatore non intenda acquistare il sacchetto ultraleggero commercializzato dall’esercizio commerciale per l’acquisto di frutta e verdura sfusa, può utilizzare sacchetti autonomamente reperiti solo se comunque idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alle caratteristiche di legge”, si legge nel testo della circolare del Ministero della Salute. Saranno gli esercenti a dover vigilare sul corretto uso delle shoppers. “Ne consegue che ciascun esercizio commerciale sarà dunque tenuto, secondo le modalità dallo stesso ritenute più appropriate, alla verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei predetti sacchetti utilizzati dal consumatore, siano essi messi a disposizione dell’esercizio commerciale stesso, siano essi introdotti nei locali autonomamente dal consumatore”, cita la circolare.

 

Proprio lo scorso marzo il Consiglio di Stato si era pronunciato per porre fine alla polemica circa l’uso dei sacchetti. “L’utilizzo e la circolazione delle borse in questione – in quanto beni autonomamente commerciabili – non possono essere sottratte alla logica del mercato e, dunque, è da ritenere coerente con lo strumento scelto dal legislatore, la possibilità per i consumatori di utilizzare sacchetti dagli stessi reperiti al di fuori degli esercizi commerciali nei quali sono destinati a essere utilizzati”, spigava il Consiglio di Stato specificando che “deve, pertanto, ammettersi la possibilità di utilizzare – in luogo delle borse ultraleggere messe a disposizione, a pagamento, nell’esercizio commerciale – contenitori alternativi alle buste in plastica, comunque idonei a contenere alimenti quale frutta e verdura, autonomamente reperiti dal consumatore”.