Approvato in Senato lo slittamento dell'obbligo dell'applicazione di rinnovabili per i nuovi edifici e quelli sottoposti a ristrutturazioni come disposto nel d.lgs n.28/11
Nel passaggio all’esame degli emendamenti, è stata approvata a maggioranza una proposta di modifica, presentata dalla Lega, al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, vale a dire la norma che riporta gli obblighi per i nuovi edifici o gli edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, facendo di fatto slittare una delle date chiave inserite nel testo.
Nel dettaglio, in base al Dlgs 28/2011 per i consumi “riscaldamento e raffreddamento” degli edifici sottoposti all’obbligo si prevede che a regime, nel 2017, i consumi di energia termica debbano essere coperti da fonti rinnovabili per il 50%; tale obbligo, attualmente al 20%, avrebbe dovuto passare al 35% dall’inizio di quest’anno. L’emendamento – a cui il M5S ha votato contrariamente – propone però lo slittamento di tale obbligo al 2015.
Nello specifico all’Allegato 3 al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, sono apportate le seguenti modifiche:
– al punto 1, alla lettera a), le parole: “31 dicembre 2013” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2014” e, alla lettera b), le parole: “1º gennaio 2014” sono sostituite dalle seguenti: “1º gennaio 2015”;
– al punto 3, alla lettera a), le parole: “31 dicembre 2013” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2014” e alla lettera b), le parole: “1º gennaio 2014” sono sostituite dalle seguenti: “1º gennaio 2015”.»
“Personalmente – commenta Gianni Girotto – ritengo l’episodio un nuovo colpo di mano alle fonti rinnovabili. In questo caso non si tratta di incentivi, ma di un obbligo che avrebbe permesso di implementare meglio il concetto di autoconsumo energetico degli edifici, contribuendo alla riduzione dei consumi energetici, all’emissioni, ma sopratutto a stimolare la domanda interna e la ripresa economica favorendo il settore della green economy. Sicuramente, l’approvazione di questo emendamento, che vede la contrarietà del M5S, contribuisce a minare il dibattito sul clima e gli obiettivi europei al 2030 in cui il Governo deve rispondere al più presto per chiarire la sua posizione”.