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Decreto VIA: 8 Regioni e la provincia di Trento impugnano le norme

Salgono a otto le Regioni che hanno depositato ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto legislativo 104/2017, danneggiate dalla ripartizione delle competenze

decreto via

 

 

(Rinnovabili.it) – Le Regioni sono state nuovamente scavalcate. Mentre prosegue il contenzioso tra potere centrale e locale sul fronte delle trivelle, un nuovo elemento di scontro riaccende le tensioni sulle competenze regionali. Stavolta al centro dell’attenzione c’è il Decreto Via, il provvedimento che disciplina la nuova Valutazione d’Impatto Ambientale. Approvato il 9 giugno di quest’anno dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta appena un mese più tardi, il decreto legislativo 104/2017 ha, però, completamente dimenticato gli emendamenti a cui era vincolato il consenso da parte della Conferenza delle Regioni.

 

Motivo per cui Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale. “Sostanzialmente – spiega l’assessore regionale all’Ambiente del FVG, Sara Vitoin conferenza Stato-Regioni erano state date precise indicazioni per salvaguardare le realtà regionali. Tuttavia il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri è andato in altra direzione, senza tenere in considerazione le richieste avanzate”.

 

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Il problema principale? Un eccesso di delega che avrebbe determinato problemi sia sul piano delle competenze funzionali che nei procedimenti amministrativi. Da un lato le nuove norme non valorizzano il parere delle Regioni, mancando di garantire alle stesse la partecipazione alla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale e al Comitato tecnico istruttorio con un proprio rappresentante. Dall’atro aumentano la centralizzazione delle competenze. Ad esempio spostandole automaticamente allo Stato in caso di impatto interregionale, senza individuare un procedimento tra le Regioni interessate.

 

Come spiega la Giunta sarda, “lo Stato diventa in modo ingiustificato arbitro dell’intero procedimento di VIA mentre la Regione non è in grado di incidere nell’adozione di provvedimenti che hanno un elevato impatto sulle comunità territoriali di riferimento”. “Sarebbe ora”, aggiunge il sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo delegato all’Ambiente, Mario Mazzocca “di tornare a far rivivere il principio di leale collaborazione tra le istituzioni affrontando, nella Conferenza Stato Regioni, una serrata discussione di merito per trovare in quella sede un punto di equilibrio, piuttosto che essere sempre costretti a scomodare i giudici della Consulta”.

 

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