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Il Decreto taglia bollette tassa l’autoconsumo

Tagli retroattivi al fotovoltaico, stangata sull’autoconsumo e soldi pubblici ai progetti di rigassificatori falliti: queste alcune delle preoccupanti misure inserite nel decreto del MISE

Il Decreto taglia bollette tassa l'autoconsumo

 

(Rinnovabili.it) – A parole il Governo è sempre pronto a promettere sostegno indiscusso all’industria delle rinnovabili italiane. Nei fatti però, i provvedimenti che si stanno susseguendo a livello legislativo, indicano una strada completamente differente. L’ultima dimostrazione arriva dal Decreto taglia bollette in preparazione per questo giugno; secondo quanto emerso nei giorni passati  il provvedimento introdurrebbe una rimodulazione obbligatorie delle tariffe per gli impianti fotovoltaici, a fronte di un prolungamento del periodo di incentivazione, misura grazie al quale il Governo spera di ottenere indietro 700-900 milioni e mantenere così la promessa di ridurre del 10% le bollette alle piccole e medie imprese.

 

A ciò si aggiungerebbe anche un altro intervento: quello ai danni dell’autoconsumo. La bozza infatti prevede questo  che i consumatori connessi a reti private (Riu, Seu, Seseu) contribuiscano una quota parte degli oneri generali di sistema per la quota di energia prodotta e auto consumata; un contributo inizialmente di circa il 10% e che andrebbe ad aumentate nel tempo. A tutto ciò, denuncia Legambiente si andrebbe anche ad aggiungere il salvataggio del progetto di rigassificatore a Livorno attraverso i soldi pubblici presi dalle bollette. “I contenuti del provvedimento che il Governo dovrebbe approvare nei prossimi giorni, anticipati ieri dal Ministero dello Sviluppo economico, per mantenere la promessa di riduzione del 10% delle bollette alle piccole e medie imprese vanno in una direzione esattamente contraria agli interventi di cui il Paese avrebbe bisogno – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini.

 

L’associazione ambientalista propone al Governo Renzi di aprire finalmente un confronto sul futuro energetico del Paese per incentrarlo su una prospettiva di economia low carbon e di generazione distribuita da fonti rinnovabili e efficienti. “Perché in questa direzione occorre spingere, e non fermare come propone il Decreto, l’autoproduzione da fonti rinnovabili, attraverso interventi che permettano lo scambio sul posto,  la gestione di reti e la vendita diretta di energia da parte di cooperative e Esco oltre a interventi trasparenti sui tanti sussidi fossili o impropri in bolletta su cui il Decreto prova a di intervenire senza il necessario coraggio”.