La Commissione europea approva il DM italiano per l’utilizzo del biometano e dei biofuel avanzati. Vestager: "Un passo avanti per le rinnovabili europee"
Dopo quasi 2 anni finisce l’attesa sul decreto biometano
(Rinnovabili.it) – Via libera al decreto biometano (DM Biometano). Per la Commissione europea il provvedimento è perfettamente in linea con la normativa comunitaria sugli aiuti di stato e può dunque entrare in vigore una volta firmato dai ministri competenti. Ad annunciarlo è Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la concorrenza, che definisce il nuovo decreto “un altro passo verso un maggiore uso delle energie rinnovabili in Europa”. Si tratta di un momento a lungo atteso dal comparto energetico italiano: annunciato fin dal 2016, l’atto rappresenta infatti l’ultimo tassello legislativo necessario a liberare il mercato nazionale dei biocombustibili avanzati.
Più specificatamente, quello che gli operatori hanno ribattezzato come “decreto biometano bis” definisce il quadro regolatorio in cui inserire il nuovo sistema d’incentivazione per questi prodotti energetici, definiti di II e II generazione perché non legati alla produzione su terreni agricoli. “Il regime – commenta Vestager- incoraggerà la produzione e il consumo di biocarburanti avanzati in Italia, limitando al contempo distorsioni della concorrenza”.
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Nel dettaglio, il sistema incentivante ha un bilancio indicativo di 4,7 miliardi di euro e si applica a tutti nuovi impianti per la produzione di biometano e biocarburanti ottenuti da rifiuti, residui agricoli e alghe (e a quelli esistenti riconverti), che entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2022. I produttori di biofuel riceveranno un premio che permetterà loro di compensare i maggiori costi di produzione e competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti. Il livello dell’incentivo sarà aggiornato ogni anno in base ai costi di produzione per garantire che non vi siano compensazioni eccessive. Lo schema impone comunque un limite massimo di producibilità, complessivamente incentivata, di 1,1 miliardi di metri cubi all’anno. Raggiunto tale tetto potranno beneficiare dei sussidi unicamente le strutture che avranno presentato richiesta di qualifica e che siano entrate in esercizio entro i 12 mesi successivi.
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Per il biometano immesso nella rete del gas naturale e utilizzato per i trasporti, l’incentivo ha una durata di venti anni ed è emesso sotto forma di certificati di immissione in consumo (CIC) di biocarburanti. Il ritiro di quello “avanzato” verrà effettuato a un prezzo pari a quello medio ponderato con le quantità, registrato al Punto di Scambio Virtuale (PSV) nel mese di cessione, che il GME rende disponibile sul suo sito internet, ridotto del 5%. Per quello senza destinazione specifica di uso è prevista invece l’emissione di Garanzie d’Origine (GO) e l’istituzione presso il GSE di un “Registro nazionale” delle garanzie. “Il regime – spiega ancora l’esecutivo europeo – incoraggerà gli agricoltori a produrre biometano e biocarburanti da stallatico e da altri residui derivanti dalle attività agricole e ad avvalersene per alimentare macchinari agricoli e veicoli” e “sarà finanziato dai commercianti al dettaglio di carburanti per trasporto”.
La notizia è stata accolta con soddisfazione dal Consorzio Italiano Biogas che, attraverso le parole del suo presidente Piero Gattoni, fa sapere che “si tratta di un momento di svolta dopo una lunga battaglia che ci ha visti impegnati in una vasta campagna di sensibilizzazione sulle caratteristiche di qualità e di sostenibilità del biometano agricolo italiano[…] Ci auguriamo ora che il decreto venga firmato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel più breve tempo possibile”.