Un cartello di 25 sigle tra associazioni di cittadini, di studenti, di categoria e comitati chiedono oggi di approvare il ddl contro la criminalità ambientale fermo a Palazzo Madama
– Disastro ambientale, punito con la reclusione in carcere da 5 a 15 anni
– Inquinamento ambientale, punito con la reclusione in carcere 2 a 6 anni, dimezzati in caso di assenza di dolo e una multa da 10mila e 100mila euro
– Traffico e abbandono di materiale di alta radioattività, punito con una pena carceraria da 2 a 6 anni e una multa da 10mila a 50mila euro
– Impedimento del controllo, (ovvero il negare od ostacolare l’accesso o intralciare i controlli ambientali) punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
“Approvarlo prima possibile rappresenterebbe, invece, una pietra miliare nella lotta alla criminalità ambientale, garantendo una tutela penale dell’ambiente degna di questo nome e, soprattutto, assicurando strumenti investigativi fondamentali per le forze dell’ordine e la magistratura”, fa sapere in una nota stampa Legambiente. “Oggi, infatti, chi ruba una mela al supermercato può essere arrestato in flagranza perché commette un delitto, quello di furto, mentre chi inquina l’’ambiente no, visto che nella peggiore delle ipotesi si rende responsabile di reati di natura contravvenzionale, risolvibili pagando un’ammenda quando non vanno, come capita molto spesso, in prescrizione. Non esistono nel nostro Codice penale, infatti, né il delitto di inquinamento, né tantomeno quello di disastro ambientale. Uno squilibrio di sanzione anacronistico, insostenibile e a danno dell’intero Paese, che garantisce spesso l’impunità totale agli ecocriminali e agli eco mafiosi”. L’appello si può firmare su Change.org ai seguenti indirizzi:
www.change.org/legambiente-ecoreati o www.riparteilfuturo.it/delittiambientali