Il documento traccia i contorni di una revisione ambiziosa della direttiva quadro sui rifiuti per accelerare la transizione all’economia circolare
Le sfide da cogliere per un’economia circolare (sul serio)
(Rinnovabili.it) – Un’economia circolare per davvero garantirebbe molta meno estrazione e utilizzo di materie prime. Non solo, ma permetterebbe di passare a una società basata sui servizi in cui prodotti e materiali resterebbero in circolazione il più a lungo possibile. Questo è almeno il futuro tracciato dal libro bianco intitolato “Reimmaginare la direttiva quadro sui rifiuti”, realizzato da Eunomia Research & Consulting. Il documento è promosso da Zero Waste Europe, TOMRA, Minderoo Foundation e Handelens Miljøfond.
Occorre fare pieno uso di tecnologie, sistemi e dati digitali per gestire il nostro consumo di materiali e prodotti, spiega il rapporto, che traccia una visione al 2040. Lo scenario contenuto nel libro bianco immagina una società in cui l’utilizzo di beni e materie prime avviene in modo più efficiente, formando un’economia che va nella direzione della piena circolarità.
Ma per arrivarci dobbiamo lavorare da subito. E possiamo farlo, secondo il “white paper”, cominciando dall’imminente revisione della direttiva quadro sui rifiuti. La normativa ha guidato la politica comunitaria in questo settore dal 1975, ma ora si presenta l’opportunità di sviluppare un quadro politico coerente per realizzare un’economia circolare.
Cosa fare da subito per creare un’economia circolare
Joan Marc Simon, fondatore di Zero Waste Europe, ha dichiarato che “è imperativo che l’UE renda più semplice ed economico per i cittadini, le imprese e le organizzazioni fare le scelte giuste. Se non rendiamo le politiche dell’UE coerenti con l’obiettivo, non possiamo allontanarci dagli attuali modelli economici lineari inefficienti”.
Come fare? Il Libro bianco propone una revisione a breve termine (entro il 2026) della direttiva e ne traccia i contorni: creare un ambiente normativo più leggero per
i prodotti che possono essere riutilizzati, riparati e rigenerati; introduzione di chiari standard che i sistemi di riuso dei prodotti devono raggiungere in termini di prestazioni ambientali; una gerarchia del riciclo più granulare, che individui un riciclo “di alta qualità”; spinta verso una selezione dei rifiuti indifferenziati che abbia l’obiettivo di massimizzare l’ulteriore estrazione di materiali riciclabili e ridurre le emissioni derivanti dal trattamento.
Wolfgang Ringel, vice presidente di TOMRA ha commentato: “Bisogna fare di più per incoraggiare la corretta raccolta, cernita e riciclo di materiale prezioso che viene buttato via. L’attuazione di obblighi legalmente definiti che coprano l’uso delle risorse e la loro gestione responsabile è la via da seguire per garantire un futuro sostenibile per la società e il nostro pianeta”.