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Tracciabilità dei rifiuti: inizia l’era del RENTRI

Dopo il fallimento del SISTRI, tocca al RENTRI, il nuovo registro nazionale per la tracciabilità dei rifiuti che il 15 giugno entra in vigore

tracciabilità dei rifiuti
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Pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto ministeriale che riforma la tracciabilità dei rifiuti

(Rinnovabili.it) – Il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti conclude il suo iter. Il decreto del Ministero dell’Ambiente, emanato il 4 aprile scorso, è in Gazzetta Ufficiale dal 31 maggio e sarà effettivamente in vigore dal 15 giugno.

Il nuovo Registro Elettronico nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti, che va sotto l’acronimo RENTRI, sarà una piattaforma digitale deputata a raccogliere i dati di tutti gli operatori obbligati all’iscrizione, per tracciare la loro produzione e gestione dei rifiuti. L’obiettivo è uscire dall’era delle scartoffie materiali, per entrare in quella della documentazione digitale. Ci aveva già provato il SISTRI, un sistema lanciato nel 2009 e soppresso nel 2018.

A detta delle imprese, è stato un fallimento, mai entrato effettivamente in funzione pur avendo prelevato dalle tasche degli iscritti le quote annue per il suo funzionamento. La CNA lo definì in un sondaggio “un sistema informatico basato su una tecnologia di difficile utilizzazione o addirittura malfunzionante”. Il SISTRI ha vissuto una storia travagliata fin dai primi appalti per assegnarne la realizzazione e gestione informatica, con scandali e inchieste che coinvolsero l’allora governo Berlusconi.

Il RENTRI raccoglie quindi un testimone pesante. Vi dovranno aderire imprese che operano nel trattamento dei rifiuti, i produttori di rifiuti pericolosi, i consorzi e le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi, che li commerciano o svolgono un ruolo di intermediari.

C’è comunque tutto il tempo: i primi soggetti chiamati a iscriversi al registro elettronico dovranno farlo dal dicembre 2024: si tratta delle imprese con più di 50 dipendenti che producono rifiuti speciali. Per i soggetti che invece non sono vincolati all’iscrizione, sarà possibile continuare a utilizzare moduli cartacei, scaricabili e compilabili. 
Proprio sul “generoso regime transitorio” si è espresso il Consiglio di Stato qualche mese fa: troppo tempo per l’entrata in vigore, sostengono i giudici. Siamo già in ritardo sull’attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare. In questo modo, i costi di mantenimento del sistema diventano “non irrilevanti”. A regime, si prevede che il RENTRI accolga 1,2 milioni di imprese, ma con queste tempistiche per l’iscrizione l’equilibrio finanziario del sistema si otterrà non prima di 36 mesi.