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Un progetto UE punta a ridurre i rifiuti tessili nel Mediterraneo

Grazie alla promozione di modelli circolari e sensibilizzazione, Legambiente lavora per ridurre i rifiuti tessili nel Mediterraneo

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Foto di Ravi Kiran su Unsplash

Il progetto inventerà strumenti per ridurre i rifiuti tessili con 25 partner da 11 paesi

(Rinnovabili.it) – Sono 12,6 milioni le tonnellate di rifiuti tessili prodotte in Europa ogni anno. Solo il 22% viene riciclato o riutilizzato, generando impatti ambientali devastanti. L’industria tessile è infatti la seconda industria più inquinante al mondo dopo quella petrolifera, secondo i dati delle Nazioni Unite. 

Per affrontare questa sfida, l’Unione Europea sta attivando diverse leve. Una di queste è il programma Interreg Euro-MED, che ha finanziato un progetto da quasi 3 milioni di euro intitolato VERDEinMED. L’obiettivo è ridurre i rifiuti tessili nella regione mediterranea attraverso iniziative mirate. 

Tra i partner di progetto figura Legambiente, che svolgerà un ruolo nella sensibilizzazione dei consumatori e nella promozione di imprese sociali per una transizione verso un’economia tessile più sostenibile e circolare. L’associazione del cigno verde si occuperà di promuovere modelli commerciali che estendono la vita dei prodotti tessili attraverso riduzione, riparazione, riutilizzo e raccolta.

Anche la lavatrice produce rifiuti tessili

Solo in Italia, nel 2022, sono stati raccolti 160 mila tonnellate di abiti. La produzione tessile in Europa contribuisce al 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile, per colpa dei processi come la tintura e la finitura dei capi di abbigliamento. Il lavaggio di capi sintetici in lavatrice rilascia inoltre mezzo milione di tonnellate di microfibre nei mari ogni anno. Per invertire questa tendenza, VERDEinMED si concentrerà sull’adozione di processi e tecnologie incentrati sull’economia circolare nell’industria tessile. Tra le attività prevista, la creazione di poli regionali o nazionali, una piattaforma di conoscenza e un servizio di sostegno per imprese, responsabili politici e cittadini.

“Quando si parla di rifiuti tessili, oltre ai prodotti legati all’abbigliamento e alle calzature che tutti percepiamo, ci si riferisce anche ai tessili per la casa, ai tessili tecnici (corde o reti) e in generale ai rifiuti post-industriali, come fibre e ritagli”, spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. “Nel 2019 i rifiuti solo di abbigliamento e calzature sono stati pari a 5,2 milioni di tonnellate, equivalenti a 12 Kg per persona all’anno nell’Unione Europea. A fronte di queste quantità, solo il 22% dei rifiuti tessili post-consumo, che rappresentano l’87% dei rifiuti tessili, viene raccolto separatamente principalmente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto viene incenerito o messo in discarica”.

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