Il progetto prevede la costruzione di 40 impianti di digestione anaerobica in 5 anni per la produzione di biogas da immettere nella rete nazionale
(Rinnovabili.it) – Cos’hanno in comune il Principe Carlo d‘Inghilterra e una start up britannica? La risposta è l’interesse per le energie rinnovabili.
Il principe del Galles sarebbe infatti interessato a sostenere i piani di sviluppo della Energy Tamar, società britannica che ha deciso di costruire e mettere in funzione in soli 5 anni ben 40 impianti di digestione anaerobica della capacità totale di 100 MW.
La società ha stimato un budget di 65 milioni di sterline per la realizzazione di impianti che, sfruttando i rifiuti organici, produrranno biogas allo scopo di immetterlo nella rete nazionale di distribuzione. La speranza è quella di portare alla diffusione di una tecnologia altamente redditizia che nel Regno Unito non è molto sviluppata. Sul terriotrio cisi contano infatti solamente 200 impianti per una potenza istallatata totale di 170 MW che rappresentano l‘1% della capacità presente in Germania.
“Il sottosviluppo della digestione anaerobica nel Regno Unito è principalmente guidato da una storica mancanza di finanziamenti per il settore”, ha dichiarato Alan Lovell, ex presidente della sviluppatore energetico Infinis. “Tamar Energy sarà ben capitalizzata dagli investitori, con un focus sulla pura produzione di energia da rifiuti organici, piuttosto che come aggiunta ad una gestione aziendale dei rifiuti.”
Accanto al Principe Carlo ad investire nel progetto anche la nota catena di supermercati Sainsburys, che si impegna con due milioni di sterline assicurando agli impianti i propri prodotti di scarto. L’iniziativa è stata accolta con successo anche dal nuovo Segretario all’Energia e al Cambiamento Climatico, Ed Davey, che ritiene fondamentale mantenere alta l’attenzione sulla necessità di ridurre le emissioni inquinanti del paese guardando al futuro. “Ottenere che nuovi investitori entrino nel mercato dell’energia pulita è una delle mie priorità“, ha aggiunto. “Il consorzio dietro la Tamar è un primo esempio di questo, che unisce i nomi più importanti e conosciuti all’impegno dei grandi investitori internazionali”.
“La produzione di energia dai rifiuti ha le potenzialità per dare un contributo sostanziale per i nostri obiettivi legati alla produzione di energia rinnovabile e quindi non vedo l’ora di vedere che i progetti Tamar andranno in porto.”