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Il termovalorizzatore di Roma sarà attivo dall’estate del 2027

Termovalorizzatore di Roma: cantiere a inizio 2025, attivo dal 2027
crediti: Roma Capitale

Via al cantiere nel “primo trimestre 2025”, primi rifiuti in ingresso verso “l’estate del 2027”. È la tabella di marcia del termovalorizzatore di Roma che ha delineato il sindaco Roberto Gualtieri presentando il progetto in Campidoglio.

Un investimento da “circa 1 miliardo” perché comprende impianti ancillari oltre a quello di Santa Palomba. Scelto per la presenza di un nodo ferroviario: i rifiuti arriveranno su rotaia, “non ci saranno i tir sull’Ardeatina”. Né problemi ambientali: “un duemillesimo di un cucchiaino di farina, questa è la quantità di polveri: molto meno di una via trafficata di Roma, ha assicurato il sindaco.

Per rispettare i tempi dettati dal primo cittadino, l’opera dovrebbe ricevere la Valutazione di impatto ambientale tra novembre 2024 e gennaio 2025.

Termovalorizzatore di Roma, tratterà 600mila tonnellate l’anno

La capacità complessiva dell’impianto di Santa Palomba arriverà a 600mila tonnellate l’anno e prevede anche il recupero di materiale. Aspetto “non scontato”, ha sottolineato l’ad di Acea Fabrizio Palermo, azienda che costruirà il termovalorizzatore di Roma come capofila di un consorzio che comprende anche Hitachi Zosen Inova AG, Suez Italy Spa, Vianini Lavori Spa e RMB Spa.

Infatti, l’impianto sarà dotato di una linea di trattamento delle ceneri pesanti per il recupero dei materiali riciclabili (capacità prevista di 15mila t/anno). Ceneri che serviranno per realizzare materiali green da costruzione. Si recupereranno anche metalli, con previsioni che battono intorno a 10.000 tonnellate l’anno di acciaio, 2mila tonnellate di alluminio e 1.600 tonnellate di rame.

Sul fronte del recupero di energia, il termovalorizzatore di Roma produrrà 65 megawatt (MW) di energia elettrica, abbastanza per il fabbisogno di circa 200mila famiglie di Santa Palomba. E consentirà il teleriscaldamento.

Prestazioni ambientali più avanzate delle Bat

E si sperimenterà la cattura e liquefazione della CO2. In quello che, ufficialmente, avrà il nome di “Parco delle Risorse Circolari” saranno presenti anche “spazi per visitatori, co-working, ricerca e studio, e di una grande serra che sfrutterà la CO2 prodotta dall’impianto”, ha sottolineato Gualtieri.

“Realizzeremo uno dei progetti più importanti della nostra Amministrazione – ha rivendicato il sindaco – e uno degli impianti più avanzati al mondo sotto il profilo delle performance industriali, delle caratteristiche ambientali, di recupero e riciclo”. Le prestazioni ambientali aderenti alle ultime Bat (le migliori tecnologie disponibili) oggi impongono volumi di polveri totali attorno a 2-5 mg/m3, mentre il termovalorizzatore di Roma ne genererà 1 mg/m3.

Risparmi nell’ordine di “decine di milioni di euro l’anno”

A fronte del miliardo investito, il termovalorizzatore di Roma insieme a tutto il sistema di impiantistica previsto garantirà un risparmio di “decine milioni di euro l’anno”, sottolinea Gualtieri. “La tariffa di conferimento sarà 178,5 euro per tonnellata di rifiuto, oggi esportando andiamo sopra i 220-230 euro”, calcola il sindaco. Che ritorna sulle alternative: “se non stessimo facendo il termovalorizzatore avremmo dovuto fare una discarica da 1 milione di tonnellate, che sarebbe durata, peraltro, 5 anni; quindi le successive amministrazioni avrebbero dovuto fare sette discariche da 1 milione di tonnellate per i 35 anni” successivi.

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