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Una tariffazione puntuale dei rifiuti può migliorarne la gestione

Rapportare le tariffe alla produzione effettiva di rifiuti: questa la proposta del think tank Laboratorio REF Ricerche. In questo modo diminuirebbero i rifiuti residui, migliorerebbero le percentuali di raccolta differenziata e la popolazione sarebbe sensibilizzata sulle conseguenze del proprio stile di vita.

Una tariffazione puntuale dei rifiuti può migliorarne la gestione
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I vantaggi materiali della tariffazione puntuale dei rifiuti

(Rinnovabili.it) – Una tariffazione puntuale sui rifiuti urbani potrebbe essere la chiave di volta per una migliore gestione. Secondo il position paper pubblicato dal Laboratorio REF Ricerche (un think tank di imprese, istituzioni e finanza), questo modello incarna il principio europeo “Chi inquina paga” e potrebbe rafforzare la raccolta differenziata.

Al momento esistono due modelli di tariffazione. Nel primo ogni utenza paga secondo “criteri presuntivi di produzione di rifiuti”, in base alla superficie dell’abitazione e al numero di persone che ci vivono. Per le utenze non domestiche, il calcolo è effettuato in base alla superficie e la categoria economica per quella non domestica. Il secondo modello è invece basato su una tariffazione puntuale dei rifiuti, che guarda anche alla misurazione del rifiuti urbano residuo.

Il modello tariffario è basato sul principio comunitario “chi inquina paga” e rapporta in maniera puntuale la produzione dei rifiuti con il corrispondente prelievo economico. In altre parole, secondo questo modello, paghi quanto butti. In questo modo si può garantire più equità ma anche operare maggiore sensibilizzazione alla cittadinanza circa la sostenibilità del proprio stile di vita. Si dà un costo specifico alla produzione dei rifiuti, che può divenire una spinta alla modifica virtuosa degli stili di vita individuali. Una gestione consapevole dei rifiuti si riflette, inoltre, in una gestione consapevole delle risorse naturali.

Una tariffazione puntuale sarebbe dunque un modo per ridurre la quantità di rifiuti totali prodotti ma, sottolinea REF, non si tratta dell’unico vantaggio. Lo studio osserva infatti come all’applicazione di questo strumento segue una diminuzione dei fenomeni elusivi circa la gestione dei rifiuti. Migliora inoltre la percentuale di raccolta differenziata (+30%), visto che i cittadini sono incentivati a ridurre la frazione residua per risparmiare.

Come funziona

In genere le tariffe dei rifiuti hanno una quota fissa e una variabile. La quota fissa è relativa ai costi di gestione del servizio e segue criteri differenti a seconda dei casi. La quota variabile è rapportata alla quantità di rifiuti conferiti dalle singole utenze.

Secondo la Direttiva Europea 851/2018, una tariffa puntuale è uno strumento a sostegno della riduzione dei rifiuti urbani residui e della raccolta differenziata. Si tratta di un sistema che genera diversi benefici. Innanzitutto rapporta le bollette all’effettiva quantità di rifiuti prodotti e, di conseguenza, ne incentiva la diminuzione. In secondo luogo e per effetto indiretto, una tariffazione puntuale genera maggiore consapevolezza circa la produzione individuale di rifiuti.

In Italia, secondo i dati IFEL del 2019, la tariffazione puntuale dei rifiuti è applicata in 755 città. Nello studio di Ref sono presi in considerazione 128 Comuni tra Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana. I dati mostrano una media superiore di raccolta differenziata (83,7% a fronte della media nazionale di 69,9%).