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Una strategia rifiuti zero può avere effetti sui cambiamenti climatici

Secondo un report della Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA) le politiche rifiuti zero abbassano nettamente le emissioni e contrastano i cambiamenti climatici

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(Rinnovabili.it) – Un nuovo report della Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA) mostra come attuare politiche di rifiuti zero sia un passaggio fondamentale per tenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di 1,5 °C. 

Il settore dei rifiuti – spiega il documento – è responsabile del 20% delle emissioni globali di metano, ma una gestione più oculata potrebbe ridurne l’impatto dell’84%, che equivale a 1,4 miliardi di tonnellate di emissioni. Il documento illustra le proiezioni di politiche più efficaci sui rifiuti in città come San Paolo e Detroit, mostrando come esse potrebbero giungere a emissioni negative entro il 2030. 

Uno degli autori della relazione, il dottor Neil Tangri, ha dichiarato: “Una migliore gestione dei rifiuti è una soluzione per il cambiamento climatico. Non richiede nuove tecnologie appariscenti o costose – si tratta solo di prestare maggiore attenzione a ciò che produciamo e consumiamo e a come lo gestiamo quando non è più necessario”.

Il documento è corredato da un appello del team di ricercatori di GAIA affinché i governi diano priorità al tema nel corso della COP27, che si terrà a novembre in Egitto. 

Le politiche di riduzione dei rifiuti zero abbattono le emissioni climalteranti

Il settore dei rifiuti contribuisce da solo per il 3,3% alle emissioni globali di gas serra e a una quinto di quelle di metano, pertanto adottare politiche efficaci di riduzione in tutte le città del mondo sarebbe, secondo lo studio di GAIA, uno dei modi più convenienti per ridurre il riscaldamento globale e contenere l’aumento delle temperature entro il grado e mezzo. 

Non ci sarebbe nulla da inventare, secondo i ricercatori, basterebbe introdurre migliori politiche di gestione e raccolta differenziata, riciclaggio e compostaggio: il risultato potrebbe arrivare all’abbattimento di 1,4 milioni di tonnellate di emissioni, cioè quante ne produce, in un anno, tutto il parco auto di fuoristrada negli Stati Uniti. 

I vantaggi ambientali sarebbero anche ulteriori: se il 70% delle emissioni globali proviene da produzione, trasporto, uso e smaltimento di merci, concentrarsi sulla riduzione dei rifiuti avrebbe effetti indiretti anche su questi settori. 

Importante anche l’impatto sulle emissioni di metano, un gas 80 volte più potente della CO2: con l’adozione di politiche zero waste potrebbe abbatterne le emissioni del 13%.

Da qui un fondamentale appello ai decisori politici: “I precedenti colloqui sul clima – ha spiegato Mariel Vilella, Direttore del Programma Globale sul Clima di GAIA –  hanno ampiamente trascurato il potenziale delle riforme nel settore dei rifiuti, in particolare per la riduzione del metano, che oltre 100 paesi si sono ora impegnati a fare. Le strategie zero rifiuti sono il modo più semplice per ridurre le emissioni in modo rapido ed economico, creando resilienza climatica, creando posti di lavoro e promuovendo economie locali fiorenti”.

Gli effetti delle strategie rifiuti zero sulle città

Il report ha elaborato una serie di scenari applicando il modello rifiuti zero a otto città in tutto il mondo: gli studi mostrano che si può raggiungere un abbassamento di emissioni fino all’84% e che in città come San Paolo e Detroit si potrebbero raggiungere entro il 2030 emissioni negative. 

“La relazione di GAIA – ha spiegato Victor H. Argentino de M. Vieira dell’organizzazione brasiliana Instituto Pólis – dimostra scientificamente che la strategia zero rifiuti può effettivamente ottenere a San Paolo emissioni nette negative dal settore, promuovendo nel contempo nuovi posti di lavoro, fornendo un sostentamento dignitoso ai raccoglitori di rifiuti e compost per sostenere gli agricoltori agro-ecologici locali”.

L’indagine suggerisce che i sistemi zero rifiuti potrebbero essere indispensabili nelle politiche di adattamento, prevenendo inondazioni e siccità, rafforzando i suoli e riducendo la trasmissione di malattie.

La COP27 si occupi di rendere le città “rifiuti zero”

Più di un quarto dei paesi trascura il settore rifiuti nell’elaborazione dei propri piani climatici. Il tema sarà discusso nel corso della prossima Conferenza delle Parti ONU sui cambiamenti climatici, la COP27 ospitata il prossimo novembre in Egitto. È infatti già prevista la presentazione dell’Africa Waste 50 Initiative, che ha l’obiettivo di giungere al 50% del riciclaggio dei rifiuti prodotti in Africa entro il 2050.

L’appello di GAIA è rivolto ai leader mondiali, ai quali è richiesto di adottare una serie di misure quali l’introduzione di misure rifiuti zero nei piani di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; dare priorità ai rifiuti alimentari e vietare la plastica monouso; istituzionalizzare la raccolta differenziata e il trattamento dell’organico e investire per questo in sistemi di gestione, riciclo e compostaggio e, soprattutto, dare alla strategia un quadro istituzionale, con adeguati finanziamenti e strumenti normativi, insieme a programmi di sensibilizzazione ed educazione. 

Janez Potočnik, copresidente del Gruppo internazionale per le risorse del Programma ambientale delle Nazioni Unite, ex Commissario europeo per l’ambiente,  ha commentato lo studio: “Questa relazione dimostra l’enorme importanza di allineare i nostri sistemi di rifiuti agli obiettivi climatici. Mostra come le città stiano già lavorando per eliminare le emissioni di gas serra dai rifiuti, costruendo la resilienza del clima e creando mezzi di sostentamento. Evidenzia l’assoluta necessità di ridurre le fonti di rifiuti attraverso il cambiamento dei nostri modelli di produzione e consumo – utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per ottenere le profonde riduzioni delle emissioni di cui abbiamo bisogno”.