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Le nuove soluzioni di smaltimento di rifiuti spaziali di Nanoracks

Nanoracks sta sviluppando un sistema che migliorerà la raccolta e lo smaltimento di rifiuti spaziali dell’ISS mediante contenitori e sacchetti che, una volta riempiti, saranno espulsi dalla stazione

rifiuti spaziali
Credits: Gemeinfrei, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=113535841

(Rinnovabili.it) – Quando si pensa alla vita degli astronauti si considerano tutti gli aspetti affascinanti e avventurosi ma si ignorano una serie di risvolti pratici che impegnano ogni giorno scienziati e ingegneri per garantire soluzioni sempre più efficaci: uno di questi problemi è l’espulsione dei rifiuti spaziali.

Vivere su una stazione spaziale vuol dire essenzialmente condividere uno spazio per periodi molto lunghi e, come ogni coabitazione, genera scarti: una missione di un anno più implicare la produzione di circa 2.500 kg di spazzatura.

Il metodo di smaltimento attualmente in vigore prevede che i rifiuti spaziali siano imballati e stipati nella stiva fino al rientro, quando parte del settore che li contiene viene liberato e, a contatto con l’atmosfera terrestre, brucia sopra un’area vuota dell’Oceano Pacifico.

Questo sistema è in via di dismissione, e Nanoracks, con il  Johnson Space Center della NASA, sta sviluppando un nuovo protocollo che consentirà uno smaltimento costante e cadenzato dei rifiuti. Si tratterà di un sistema on demand, più flessibile, basato sull’utilizzo di contenitori personalizzati e di sacchetti in grado di contenere fino a 270 kg di rifiuti spaziali. Una volta riempiti, vengono espulsi dalla stazione ed entrando in atmosfera bruciano in piccole quantità. 

Lo scorso 2 giugno Nanoracks ha già espulso dall’ISS circa 78 kg di spazzatura attraverso questo nuovo raccoglitore hi-tech. Per il test ci si è basati su un campione di rifiuti in linea con quelli abitualmente prodotti durante le missioni spaziali: schiuma e materiali da imballaggio, borse, vestiti sporchi dell’equipaggio, prodotti per l’igiene e forniture di ufficio usate. 

“Questo fine settimana è stato un altro traguardo storico per il team Nanoracks”, ha detto Amela Wilson, CEO di Nanoracks. “Questo è stato il primo ciclo open-close del Bishop Airlock, il nostro primo dispiegamento, e quello che speriamo è l’inizio di nuove, più sostenibili operazioni di smaltimento ISS. Questo test di successo non solo dimostra il futuro della rimozione dei rifiuti per le stazioni spaziali, ma evidenzia anche la nostra capacità di sfruttare l’ISS come un banco di prova tecnologia commerciale, che fornisce informazioni critiche su come possiamo prepararci per le prossime fasi delle destinazioni commerciali LEO. Grazie alla NASA e al Programma ISS per il loro continuo supporto, e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione.”