I dati del rapporto Rifiuti urbani Ispra 2021
(Rinnovabili.it) – La pandemia fa scendere poco il volume di rifiuti urbani, anche se l’assenza di turisti e i lockdown si fanno sentire molto nelle grandi città. Ogni italiano nel 2020 ha prodotto in media 488 kg di rifiuti, in lieve calo rispetto al 2019 quando il dato arrivava a quota 500 kg. La flessione è del 3,6% e la si ritrova in tutte le regioni tranne la Valle d’Aosta, rimasta stabile. Il Belpaese resta sotto la soglia delle 30 mln di t e cresce ancora nella raccolta differenziata, arrivata al 63% (+1,8% sul 2019).
Rifiuti urbani, i dati del rapporto Ispra
I dati del rapporto Rifiuti urbani Ispra 2021 certificano che il sistema della differenziata ha retto. In valori assoluti c’è un lieve calo dei prelievi (18,2 contro 18,4 mln di t), ma la flessione percentuale è solo dello 0,8%, oltre 4 volte più contenuta di quella dei rifiuti complessivi. “Nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19 abbia influito significativamente sui consumi nazionali e di conseguenza sulla produzione dei rifiuti”, si legge nel rapporto, “il sistema di gestione delle raccolte differenziate ha garantito l’intercettazione dei flussi di rifiuti presso tutte le tipologie di utenze”. Anche le regioni maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria, “ove sono state disposte specifiche ordinanze per il conferimento dei rifiuti nell’indifferenziato, hanno saputo adottare misure efficienti di gestione assicurando il ritiro di tutti i rifiuti”.
Restano le tradizionali differenze geografiche, anche se il sud recupera un po’ di terreno. “Rispetto al 2019, tutte le macro aree geografiche mostrano incrementi nelle percentuali di raccolta differenziata: la percentuale delle regioni del Mezzogiorno cresce di 2,9 punti, quella delle regioni centrali di 1,4 punti e quella delle regioni del Nord di 1,2 punti”. Il Nord arriva così al 70,8% di differenziata, il Centro al 59,2% e il Sud al 53,6%.
I più grandi produttori di rifiuti però sono tutti in Emilia-Romagna: guidano la classifica nazionale le province di Reggio Emilia (775 kg), Ravenna (702 kg) e Rimini (695 kg). All’estremo opposto troviamo il sud con Potenza (325 kg), Enna (327 kg) e Reggio Calabria (340 kg). Cali vistosi si registrano nelle 15 città italiane con più di 200mila abitanti. In media la flessione è dell’8,8% per meno pendolarismo e flussi turistici ridotti. A Venezia e Milano il calo è rispettivamente del 15,7% e del 14%, seguite da Firenze e Palermo con riduzioni del 12,3% e 10,8%. Catania e Roma arrivano vicine al -10%.
Leggi qui il rapporto Ispra sui rifiuti urbani 2021