Quasi 3 chili per persona ed un aumento annuo del 7%. Questi in estrema sintesi i dati relativi alla raccolta di rifiuti tessili in Italia, che in quattro anni (2019-2023) hanno portato la crescita a +9%, diffusi da Ecotessili, consorzio del Sistema Ecolight specializzato nella gestione dei prodotti tessili, in occasione della Milano Fashion Week.
Regioni più virtuose
Le tre regioni italiane con i migliori dati di raccolta sono state la Lombardia (29.146 tonnellate), la Campania (15.451 tonnellate) e l’Emilia-Romagna (15.277 tonnellate), mentre la sola capitale della moda, Milano, ha raccolto 4.107 tonnellate, quasi 3 kg per abitante. Sono state le regioni del Nord a guidare la raccolta con 83.165 tonnellate, mentre il Centro ha fatto registrare 35.440 tonnellate e il Sud 52.970 tonnellate. Nel 2023 la raccolta differenziata dei tessili è stata effettuata in più di 8 comuni su 10. Ed il 2025 potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per la gestione dei rifiuti tessili, visto che nella seconda parte dell’anno il decreto dovrebbe rendere operativo il regime Epr per il settore tessile, e secondo alcuni studi potrebbe anche triplicare i volumi da qui ai prossimi sei anni.
Fashion week, occasione per parlare di sostenibilità
Dal 2025 l’Europa ha fatto scattare la normativa che rende obbligatoria la raccolta differenziata dei tessili, che in realtà l’Italia porta avanti già dal 2022, e rendendo un obbligo quello di gettare il tessile nei cassonetti gialli, differenziando il rifiuto come già avviene per vetro, plastica, carta ed organico. In Italia nel 2023 ne sono stati raccolti in modo differenziato 171,6 mila tonnellate, in crescita del 7% rispetto alle 160,3 mila tonnellate dell’anno precedente, arrivando così a 2,9 kg per abitante. Ora però il rifiuto tessile deve vivere una seconda vita, sensibilizzando sia l’industria della moda che i consumatori a differenziare in modo corretto, aiutando la filiera industriale a riciclare, per produrre ed inquinare meno.
“La crescita dei dati di raccolta ci dice che occorre fare di più per porre le basi per costruire un futuro più sostenibile. L’avvio del regime EPR sarà un tassello fondamentale in un percorso che vedrà produttori, consorzi e consumatori impegnati in un percorso di reciproca responsabilità ambientale”,
commenta Giancarlo Dezio, Direttore Generale del consorzio Ecotessili.
Prospettive future con l’Epr
Dal regolamento europeo Ecodesign, che prevede tra l’altro anche il divieto di distruzione dell’invenduto, fino all’introduzione del regime EPR, sono diversi e tra loro collegati gli ambiti di intervento normativo europeo nel settore tessile. La Proposta di Riforma della Direttiva Quadro Rifiuti (2008/98/CE), approvata il 14 febbraio 2024, prevede che gli Stati Membri istituiscano il regime EPR entro 18 mesi dall’entrata in vigore della Direttiva europea, ovvero allarga la responsabilità estesa del produttore, secondo il principio “chi inquina, paga”.
Uno degli obiettivi dell’EPR è proprio incrementare il dato di raccolta. Sul fronte dell’immesso la ricerca fa alcune stime di minima e di massima: oggi sono 1,4 milioni le tonnellate di prodotti tessili immessi sul mercato, nel 2030 potremmo superare il milione e mezzo se non addirittura avvicinarci a 1,7 milioni di tonnellate, con una crescita di circa il 14% in soli sei anni, secondo i dati provenienti dalla ricerca realizzata nell’ambito del Partenariato Esteso MICS), finanziato dall’UE – NextGenerationEU.