di Tommaso Tetro
L’84% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge è plastica
(Rinnovabili.it) – Ogni cento metri lineari di spiaggia c’è una media di 783 rifiuti; di questi la plastica è il materiale più abbondante, rappresenta l’84%, e in più di 2 spiagge su 3 si trovano guanti usa e getta, mascherine e altri oggetti sanitari. Questi i nuovi dati dell’indagine ‘Beach litter’ di Legambiente, che spiega come venga superato di “il valore di riferimento stabilito a livello europeo per una spiaggia in buono stato ambientale, 20 rifiuti spiaggiati ogni 100 metri lineari di costa”. Sulle 13 regioni monitorate, dall’Abruzzo alla Campania alla Sardegna, sono stati censiti 36.821 rifiuti in un’area totale di 176.100 metri quadrati.
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Nel fine settimana, dal 14 al 16 maggio, torna poi la campagna ‘Spiagge e fondali puliti 2021′ di Legambiente – realizzata con il supporto di E.ON, Novamont e Sammontana in qualità di partner principali e Virosac in qualità di partner – dedicata alla pulizia di arenili e fondali dai rifiuti spiaggiati, con oltre 60 appuntamenti in tutta Italia che si spinge anche lungo le sponde del Mediterraneo, e che riprende il via dopo lo stop del 2020 per via dell’emergenza sanitaria.
Per il rapporto – 47 spiagge monitorate in 13 regioni (Abruzzo, Basilicata, Toscana, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto) – “la plastica resta il materiale più trovato” tra i rifiuti spiaggiati con punte del 90%; mentre “sul 72% dei lidi monitorati sono stati rinvenuti guanti usa e getta, mascherine o altri oggetti riconducibili all’emergenza Covid-19. In particolare le mascherine sono state rinvenute sul 68% delle spiagge monitorate, i guanti usa e getta sul 26%. Rinvenuti anche quest’anno, in 5 spiagge di Campania, Lazio e Sicilia, i dischetti utilizzati come biofilm carrier nei depuratori”.
Dal monitoraggio sulle 47 spiagge emerge che la plastica risulta il materiale più trovato (84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro-ceramica (4,5%), metallo (3,2%) e carta/cartone (2,9%), gomma e tessili (entrambi all’1,4%), legno (1,3%). Il restante 1% è formato da materiali legati all’emergenza Covid-19, bioplastiche, oggetti in materiali misti, rifiuti da cibo e prodotti chimici-sintetici.
Al primo posto della classifica dei rifiuti spiaggiati, ci sono gli oggetti e i frammenti di plastica o di polistirolo non identificabili che rappresentano il 29% dei rifiuti registrati; seguono i mozziconi di sigarette (8,7% dei rifiuti rinvenuti), seguiti da tappi e coperchi in plastica (8,3%), cotton fioc in plastica (5,4% dei rifiuti monitorati); e ancora, bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,3%), stoviglie usa e getta in plastica (bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) con il 3,8%, reti o sacchi per mitili o ostriche (3,2%), materiale da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone, materiali isolanti) con il 2,5%, oggetti e frammenti in plastica espansa (non polistirolo) con il 2,3%.
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Secondo Legambiente “il marine litter resta un problema irrisolto e di portata mondiale. Quasi la metà dei rifiuti spiaggiati monitorati sono i prodotti al centro della direttiva europea sulla plastica monouso, ossia prodotti usa e getta, dalle bottiglie di plastica alle stoviglie, dai mozziconi di sigaretta ai cotton fioc. Per questo chiediamo che l’Italia emani entro il 3 luglio 2021 il decreto legislativo di recepimento della direttiva”.