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La paura di pandemie impedisce il riciclo dei rifiuti alimentari sui voli internazionali

Le compagnie chiedono di rivedere le regole che obbligano i rifiuti alimentari generati a bordo dei voli internazionali alla discarica

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Via depositphotos.com

Recuperare o riciclare rifiuti alimentari e relativi packaging potrebbe salvarne 200 mila tonnellate

(Rinnovabili.it) – I rifiuti alimentari generati sui voli internazionali, così come i loro imballaggi, devono essere bruciati o interrati, mentre quelli dei voli interni possono essere riciclati o riutilizzati. Di fronte a questo doppio standard applicato dall’Unione Europea, che contribuisce a peggiorare le loro percentuali di recupero e riciclo, le compagnie aeree hanno lanciato un appello all’armonizzazione della normativa dopo più di vent’anni dalla sua introduzione.

L’attuale regolamento richiede infatti che tutti i rifiuti della ristorazione internazionale (International Catering Waste – ICW) vengano smaltiti come riportato per evitare focolai di epidemie tra gli animali. Tuttavia, classificare l’ICW come “a rischio biologico” è un errore secondo le compagnie aeree, perché il rischio reale è molto più basso e le aziende devono sottostare a “severi controlli sull’igiene alimentare”. KLM, Air France, Lufthansa, British Airways e oltre 25 altre compagnie sono quindi unite in una attività di lobbying per spingere la Commissione Europea a promuovere una valutazione quantitativa del rischio che la ristorazione internazionale pone per la salute degli animali. Se questa valutazione dovesse portare ai risultati che si aspettano le imprese, potrebbe essere la base per una revisione del regolamento.

Il lavoro di pressione istituzionale sta pagando: lo scoraso ottobre, i deputati europei hanno posto domande alle direzioni della Commissione UE interessate, segnalando proprio la mancanza di una valutazione quantitativa del rischio.

Secondo un rapporto dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), ogni anno verrebbero generate fino a 450 mila tonnellate di rifiuti ICW, che potrebbero essere ridotte del 40% se i rifiuti non contaminati potessero essere riutilizzati o riciclati. Infatti, anche utilizzare bioplastiche o materiali più sostenibili per le monoporzioni consumate in volo è poco utile, dal momento che verranno considerati riufiuti di “categoria 1” e quindi avviati a discarica o incenerimento.

Recentemente sono arrivate le prime aperture anche dall’ufficio del vice presidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, ma per non allentare la presa, IATA sta guidando una coalizione di imprese in UE e USA per dimostrare che la segregazione dei materiali di cabina incontaminati riutilizzabili e riciclabili è fattibile su larga scala.