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È tempo di ridurre la plastica usa e getta sugli aerei

L’aviazione civile deve fronteggiare il problema della plastica usa e getta, una montagna di packaging di cui non abbiamo bisogno

plastica usa e getta
Foto di Omar Prestwich su Unsplash

Un rapporto della International Air Transport Association suggerisce come liberarsi della plastica usa e getta

(Rinnovabili.it) – I contenitori di plastica usa e getta sono ampiamente utilizzati nel settore dell’aviazione civile perché troppo comodi dal punto di vista del peso e dell’igiene. Ora la International Air Transport Association (IATA) ha deciso di prendere il proverbiale toro per le corna. Ha pubblicato un rapporto sul tema uscito ieri che raccoglie informazioni e fornisce raccomandazioni utili alle istituzioni e compagnie aeree.

I dati raccolti sulla composizione dei rifiuti in cabina nel 2013-2014 e nel 2018 mostrano che la plastica rappresenta dal 17% al 20% del peso. E non è nemmeno tutta colpa delle bottiglie in PET, che rappresentano solo il 2% dei rifiuti. Inoltre, il settore è tenuto a utilizzare determinati packaging in conformità alle normative delle autorità dell’aviazione civile, per garantire la sicurezza alimentare. 

Così, in poche parole, le compagnie aeree si confrontano con il problema dell’inquinamento da plastica, e almeno 40 hanno implementato programmi di riduzione e sostituzione degli imballaggi usa e getta. Anche se la pandemia ha invertito la tendenza alla sostituzione di questi contenitori dopo che molte autorità hanno imposto la sigillatura del cibo e delle bevande a bordo, le compagnie hanno reintrodotto nel 2022 molti programmi di sostituzione. 

La cosa piace ai passeggeri. Un sondaggio IATA condotto nel novembre 2023 ha mostrato che più di tre quarti dei passeggeri si sentirebbero meglio nel volare se non dovessero consumare alcun imballaggio in plastica usa e getta. Inoltre, sarebbero felici se le compagnie decidessero di vendere una varietà minore di bevande e alimenti, se questo aiutasse a raggiungere l’obiettivo.

Le istituzioni devono coordinarsi però, sostiene IATA, perché il rischio che vengano varate policy nazionali troppo diverse comporterebbe disastri. Le compagnie aeree dovrebbero partire da un aeroporto che deve seguire certe regole, e caricare packaging diverso quando arrivano nell’aeroporto di un paese con norme diverse. Questo potrebbe confondere passeggeri, equipaggio e personale di assistenza a terra. Non solo. Potrebbe aumentare i costi di conformità, generare più rifiuti e spostare il peso dalla riduzione della plastica all’aumento delle emissioni. Mentre un problema viene risolto, se ne potrebbe creare un altro.

Le compagnie però qualcosa possono farlo. Ridurre i rifiuti alla fonte intanto, rivedendo standard e procedure in base a principi di riduzione e riutilizzo. Dovrebbero anche valutare professionalmente la necessità di plastica monouso. Potrebbero anche stabilire obiettivi chiari per l’eliminazione di questo packaging, monitorando i progressi. Già sarebbe possibile Introdurre articoli riutilizzabili come strategia per promuovere la circolarità. Tutte queste misure richiederebbero cambiamenti logistici, che però vanno fatti.

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