(Rinnovabili.it) – NETWAP è un progetto internazionale finanziato dal bando Interreg Italia-Croazia con un budget di circa 1,5 milioni di euro.
Per l’Italia partecipano ENEA, Unioncamere Veneto, Fondazione Fenice Onlus di Padova e GAL Molise verso il 2000; per la Croazia, Comune di Zara (capofila del progetto), Istituto Ruder Bošković e Čistoća, Azienda della provincia di Zara responsabile per la gestione dei rifiuti.
L’attenzione al mare e alla zona costiera
L’obiettivo di NETWAP è migliorare la qualità ambientale del mare e della zona costiera. Per far questo, oltre all’impiego di tecnologie innovative, NETWAP elabora una serie di linee guida per aiutare i governi – sia nazionali che locali – ad attuare nuove modalità di gestione sostenibile dei rifiuti.
Le linee guida contengono regole su requisiti normativi, applicazione di modelli di gestione economica e procedure sostenibili dal punto di vista ambientale. Inoltre, conterranno indicazioni relative ai meccanismi di finanziamento dei modelli di gestione.
I principali risultati conseguiti dal progetto NETWAP sono compostaggio su piccola scala, tecnologie per il recupero e il riciclo di plastiche, monitoraggio di microplastiche in mare.
In due siti in Molise (Comune di Fossalto, in provincia di Campobasso) e in Croazia (isola di Ist) sono state installate delle compostiere elettromeccaniche con una capacità totale di 30 tonnellate l’anno: il primo caso di compostaggio locale per il Molise e la prima raccolta differenziata dell’organico in Croazia.
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, la percentuale di rifiuti urbani riciclati e compostati in Italia è più che raddoppiata tra il 2004 e il 2016 e tra i leader UE nella raccolta differenziata, soprattutto di rifiuti organici, e con la maggior quota di rifiuti avviati al compostaggio.
Il trattamento della frazione organica
L’organico è la frazione più abbondante (20-30%) di rifiuti urbani. Se da un lato è una fonte potenziale di malattie a causa del rischio di crescita di batteri patogeni, dall’altro, se opportunatamente trattato, l’organico permette di produrre compost utile a combattere la desertificazione dei suoli. Quindi un perfetto esempio di economia circolare.
Inoltre, è molto importante che la frazione organica non venga dispersa nei rifiuti indifferenziati e quindi in discarica o in un inceneritore. In particolare, nella discarica l’organico dà luogo a processi di fermentazione anaerobica che portano alla produzione di metano, che è un gas a effetto serra.
«Con il progetto NETWAP abbiamo sperimentato l’applicazione del compostaggio su piccola scala e proposto un sistema di gestione per la plastica raccolta in spiaggia, a beneficio di località spesso lontane dai servizi di raccolta e trattamento, che nella stagione estiva subiscono una notevole pressione turistica legata o a bellezze naturalistiche o alla presenza di siti archeologici», spiega Lorenzo Maria Cafiero, ricercatore del Laboratorio ENEA di Tecnologie per il riuso, il riciclo, il recupero e la valorizzazione di rifiuti e materiali.
Per i problemi ambientali serve un approccio comune
Per attuare le nuove modalità di gestione della frazione organica, NETWAP ha sostenuto autorità locali e operatori economici con una formazione mirata e con la fornitura delle tecnologie necessarie.
Si tratta di un passo importante verso l’adozione di un approccio transfrontaliero dei rifiuti basato su un’efficace cooperazione internazionale: è finalmente chiaro che i problemi ambientali, tanto più quando riguardano il mare, vanno affrontati con un approccio comune.
Il grande risultato di NETWAP non è solo aver trovato nuove soluzioni per migliorare la qualità dell’ambiente, ma anche aver «accresciuto la consapevolezza, la capacità, il know-how e l’autonomia decisionale delle comunità locali verso una nuova gestione sostenibile dei rifiuti, basata su tecnologie e procedure innovative».
Il compostaggio di prossimità nelle comunità isolate
«Il compostaggio di prossimità, ossia effettuato vicino al luogo di produzione, è un sistema particolarmente indicato per tutte quelle comunità isolate, difficili da raggiungere dal tradizionale sistema di raccolta e trasporto a impianti industriali di trattamento. Il rifiuto umido è composto principalmente di acqua, e il suo trasporto in camion ha impatti ambientali non sostenibili. Spesso con soluzioni semplici possiamo aumentare la capacità dei territori nel gestire i propri problemi», sottolinea Fabio Musmeci, ricercatore nello stesso Laboratorio ENEA.
Il progetto NETWAP ha sperimentato in Croazia, a Vitrenjak (Uskok Marina), anche “Seabin”, un sistema che filtra l’acqua del mare per raccogliere plastiche, microplastiche, oli e detergenti, prima che arrivino in mare aperto.
Una volta raccolta, la plastica viene separata per classe omogenea di polimero e sottoposta a trattamenti di lavaggio per poi essere avviata a riciclo.