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L’Inghilterra introduce il divieto di plastica monouso

divieto di plastica monouso
Via depositphotos.com

Il divieto di plastica monouso comprende piatti, ciotole, bicchieri, posate e altri materiali iper-utilizzati nel paese

(Rinnovabili.it) – Da oggi, in Inghilterra non è più possibile vendere ciotole, posate, piatti, bicchieri e contenitori da fast food in plastica usa e getta. Il 1 ottobre è infatti entrato in vigore il divieto di plastica monouso su tutto il territorio nazionale. 

Annunciata lo scorso gennaio, oggi la misura diventa realtà, senza sconti.Tutti questi prodotti non verranno più forniti al pubblico da nessuna attività commerciale, compresi supermercati, takeaway, negozi di alimentari e hotel. 

Il divieto si applicherà alle vendite online e al banco e riguarda sia i nuovi stock che le forniture esistenti. Inoltre, copre tutti i tipi di plastica monouso, compresa quella biodegradabile, compostabile, riciclata e gli articoli interamente o parzialmente realizzati o rivestiti in plastica. Le esenzioni sono chiaramente elencate sul sito del governo e le aziende che violano il divieto di plastica monouso dopo l’entrata in vigore della legislazione rischiano sanzioni.

Secondo i dati del governo, ogni anno in Inghilterra vengono utilizzati circa 721 milioni di piatti monouso e oltre 2,7 miliardi di posate di plastica. La stragrande maggioranza di questi prodotti non può essere riciclata e impiega secoli per biodegradarsi nelle discariche.

Il veto sull’usa e getta prende di mira questo problema, ed è parte di una strategia più ampia di azzerare i rifiuti di plastica definiti “evitabili” entro il 2042.

Le reazioni sono contrastanti: secondo i rappresentanti delle aziende, questa misura è troppo drastica e impone un adattamento difficile al settore privato. Alcune aziende, addirittura, non sarebbero neppure al corrente dell’entrata in vigore del divieto. Per gli ambientalisti, invece, è troppo poco ambiziosa e avrebbe dovuto comprendere una più ampia gamma di prodotti.
In ogni caso, da oggi le imprese devono trovare alternative. Possono fare leva sulla crescente consapevolezza dei cittadini, che sono dotati sempre più spesso di bicchieri o bottiglie “da viaggio”. Possono investire su un packaging lavabile e riutilizzabile, provare schemi di vuoto a rendere, o su materiali diversi dalla plastica.

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