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La plastica sui fondali marini potrebbe essere 100 volte più del previsto

plastica sui fondali marini
Foto di Sören Funk su Unsplash

Metà della plastica sui fondali marini si accumula vicino alle placche continentali

(Rinnovabili.it) – L’inquinamento da plastica sui fondali marini potrebbe essere fino a 100 volte superiore rispetto a quello caratterizzato da oggetti galleggianti in superficie. Questo dato sconvolgente è stato offerto da una nuova ricerca condotta dal CSIRO, l’agenzia scientifica nazionale australiana, e dall’Università di Toronto in Canada. Secondo lo studio, la plastica che finisce in fondo al mare potrebbe pesare fino a 11 milioni di tonnellate, rappresentando un serio problema ambientale.

La dottoressa Denise Hardesty, ricercatrice senior del CSIRO, ha sottolineato che questa è la prima stima accurata dell’inquinamento da plastica sui fondali oceanici. Questa plastica, proveniente da una vasta gamma di oggetti di uso comune, si accumula sulla sabbia sottomarina, decomponendosi in frammenti più piccoli e integrandosi nei sedimenti.

Nonostante la consapevolezza dell’ingente quantità di plastica che entra negli oceani sia alta, questo lavoro aggiunge un elemento in più. La comunità scientifica, dicono gli autori, non aveva precedentemente valutato quanto di questo inquinamento finisse sui fondali. I nuovi dati sono stati ricavati grazie a una missione dell’agenzia australiana, intitolata Ending Plastic Waste. Con questo programma, l’ente si propone di trasformare il modo in cui la plastica viene prodotta, utilizzata, riciclata e smaltita, al fine di affrontare il crescente problema dell’inquinamento degli oceani.

Metà della plastica si accumula vicino ai continenti

Per farne una stima, i ricercatori hanno utilizzato i dati disponibili per costruire modelli predittivi che stimano la quantità e la distribuzione dei materiali in fondo al mare. I loro calcoli inquadrano una forbice abbastanza ampia, fra 3 e 11 milioni di tonnellate, con una distribuzione che mostra accumuli intorno ai continenti. Circa la metà (46%) della massa di plastica prevista si troverebbe infatti al di sopra dei 200 metri di profondità. dai 200 fino agli 11 mila metri, si concentrerebbe invece il resto (54%).

I risultati dello studio, se ce ne fosse bisogno, indicano la necessità di rafforzare strategie e programmi di riduzione dell’inquinamento e di protezione della vita marina.

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