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Gli impatti del Covid-19 si fanno sentire sui rifiuti, ma il sistema di gestione viene garantito

italia del riciclo 2020

di Tommaso Tetro

(rinnovabili.it) – L’emergenza sanitaria ha avuto effetti anche sulla gestione dei rifiuti, ma il sistema è riuscito a tenere, evitando crisi, e mostrando capacità di adattamento e continuando a garantire le diverse fasi di raccolta, trattamento e riciclo. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto di Fise Unicircular (Unione imprese economia circolare) e della Fondazione sviluppo sostenibile ‘L’Italia del riciclo 2020‘.

Nel 2020 – viene spiegato – sono aumentate le raccolte differenziate domestiche degli imballaggi, mentre hanno registrato un brusco calo quelle alle isole ecologiche (in particolare i rifiuti elettrici ed elettronici) e quelle legate alle attività industriali e commerciali; ed è per questo che le imprese, “per centrare gli obiettivi di economia circolare fissati a livello europeo”, chiedono una “semplificazione amministrativa e normativa e misure di sostegno al mercato dei prodotti riciclati, da attivare anche sfruttando i fondi che arriveranno nei prossimi mesi con il piano Next generation Eu”.

Il mercato viaggia con il freno a mano tirato per le materie prime e per gli investimenti. In particolare l’impatto Covid-19 – in base all’indagine condotta tra settembre e ottobre 2020 – ha permesso la tenuta della raccolta differenziata degli imballaggi domestici; mentre sono diminuiti l’organico (del 15%) per il crollo della ristorazione e del turismo, i rifiuti speciali di origine industriale, delle costruzioni e del commercio. Tra marzo e maggio “il 53% degli intervistati ha riscontrato riduzioni significative delle raccolte differenziate, superiori al 20% rispetto allo stesso periodo del 2019”.

Nell’andamento delle raccolte delle filiere, sommando i dati dei primi quattro mesi del 2020 – compresi i due mesi di lockdown – si è registrato rispetto allo stesso periodo del 2019 un incremento di oltre il 7% della differenziata dei rifiuti d’imballaggio domestici anche per l’aumento del commercio online: più 5-6% per vetro e plastica, più 10% per carta e acciaio. Riduzioni importanti (più del 10%) per le filiere collegate alle isole ecologiche, tipo Raee e imballaggi in legno, e per le attività industriali e commerciali. Nel periodo giungo-agosto 2020 tutte le raccolte differenziate sono tornate a crescere grazie alla riapertura delle attività. Ma le ripercussioni più pesanti si sono registrate sulla riduzione degli sbocchi esteri, come chiusure e rallentamenti doganali, e di quelli nazionali; cosa che ha determinato “un crollo della richiesta di materie prime riciclate e una maggiore competizione da parte delle materie prime vergini”.

“È necessaria in particolare – evidenzia Paolo Barberi, presidente di Fise Unicircular – la rapida definizione dei decreti nazionali per le diverse filiere ‘end of waste’ e la semplificazione delle procedure di controllo sulle autorizzazioni. L’emergenza ha evidenziato inoltre alcune carenze di dotazione impiantistica, soprattutto per la frazione organica e la frazione residuale non riciclabile, e la necessità di nuove tecnologie di riciclo per alcune tipologie di rifiuti”, come “plastiche miste e alcuni Raee”.

I dati del report L’Italia del Riciclo 2020

La crescita delle filiere del riciclo nel 2019. Con gli imballaggi si è mantenuto “un buon andamento: 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (più 3%) e tasso di riciclo al 70% sull’immesso al consumo. I tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati su livelli di avanguardia in Europa: carta (81%), vetro (77%), plastica (46%), legno (63%), alluminio (70%), acciaio (82%). Ancora non centrano gli obiettivi europei, la raccolta dei Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) al 38% (in crescita del 10%) ma distante dall’obiettivo del 65% fissato per il 2019; stesso discorso vale per la raccolta delle pile (43%, il 2% sotto il target)”. In crescita la filiera dei rifiuti tessili (più 10% della differenziata), quella dei rifiuti da costruzione e demolizione (tasso di recupero al 77%), gli oli minerali (raccolta al 47%) e gli oli vegetali esausti (riciclo a più 9% rispetto al 2018). In crescita anche il recupero della frazione organica (più 7,5%). Per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale, avviando a recupero di materia 151mila tonnellate, e a recupero energetico 116mila tonnellate.

“Per l’economia circolare, favorire innovazione e nuovi investimenti – dichiara Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – sarebbe molto utile ridurre i tempi, a volte lunghi anni, per le autorizzazioni di attività di riciclo di rifiuti. Nell’uso delle risorse europee del Recovery fund è necessario finanziare la ricerca e l’innovazione delle tecniche di riciclo in settori critici”.

Leggi qui il rapporto completo L’Italia del Riciclo 2020

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