(Rinnovabili.it) – Produrre biodiesel a “km 0” per i mezzi di trasporto pubblico a partire dalla raccolta della frazione organica locale. Questo in sintesi quanto si propone di fare il progetto Greendiesel, primo nel suo genere in Italia, voluto dalla piemontese VCO Trasporti sotto l’egida della provincia di Verbano Cusio Ossola. L’iniziativa ha appena concluso la prima fase dello studio commissionato a GreenLab (Organismo di ricerca collegato a Tecnovia, laboratorio qualificato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) e Nanoireservice (società a cui fa riferimento il NisLabVCO, laboratorio di ricerca nel campo delle nanotecnologie e della scienza dei materiali operativo presso il Tecnoparco del Lago Maggiore a Verbania-Fondotoce).
Le due strutture di ricerca hanno testato la possibilità di giungere a partire dalla frazione organica dei rifiuti provinciali a un bio-olio ad elevato potere calorifero e chimicamente adatto alla raffinazione, attraverso una pirolisi veloce. Gli Istituiti, nel dettaglio, ne hanno messo in evidenza la fattibilità tecnica-economica dimostrando che la positività del rapporto costi-benefici. I vantaggi, spiega la VCO trasporti si concretizzerebbero, oltre che nel contributo all’abbattimento delle emissioni di CO2 in atmosfera, nella riduzione dei costi di acquisto di carburante che sarebbe indipendente dal fluttuare del prezzo del petrolio.
“Un altro aspetto positivo su cui insistere risulta infatti essere l’utilizzo in termini energetici dei rifiuti organici, frazione che in termini quantitativi dovrebbe aumentare con il costante incremento della raccolta differenziata. Questo loro impiego contribuirebbe a limitare problemi e costi inerenti allo smaltimento, che oggi avviene con il conferimento (ricorrendo al trasporto su gomma) a impianti specializzati con una spesa che si riflette sulle tariffe pagate dagli utenti del servizio”.