Rinnovabili • Impianti smaltimento rifiuti: verso un decreto per semplificare e uniformare

Impianti smaltimento rifiuti, verso una sforbiciata a iter autorizzativi

Il governo sta lavorando a un decreto per semplificare l’iter delle autorizzazioni per gli impianti di gestione rifiuti. Il provvedimento punterà anche a uniformare la normativa regionale

Impianti smaltimento rifiuti: verso un decreto per semplificare e uniformare
Foto di Hans da Pixabay

L’annuncio della vice ministra Vannia Gava

(Rinnovabili.it) – Tempi più brevi per la costruzione degli impianti di smaltimento rifiuti. Il governo sta per presentare un intervento di semplificazione per l’iter autorizzativo dei siti tramite un decreto che punterà anche a uniformare le procedure tra le regioni. Lo ha annunciato la viceministra all’Ambiente e la Sicurezza Energetica, Vannia Gava.

Meno burocrazia per gli impianti smaltimento rifiuti

“Ad oggi, gli unici centri di preparazione per il riutilizzo sono autorizzati con provvedimenti regionali e caratteristiche operative differenti, nonché con tempistiche lunghe e disincentivanti, ha spiegato Gava. “Con l’intervento normativo, al contrario, consentiamo l’apertura dei centri con procedura semplificata, promuovendo una maggiore intercettazione di quei rifiuti che possono riacquistare nuova vita e valore sul mercato”.

La realizzazione di nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti e l’ammodernamento degli impianti esistenti è una delle voci del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su cui l’esecutivo si sta concentrando. A fronte degli 1,5 miliardi di euro a disposizione sono pervenute proposte per 6 miliardi. Adesso si entra nel clou: le graduatorie sono definite ma entro il 30 dicembre 2023 dovranno essere individuati i soggetti realizzatori ed entro il 30 giugno 2026 gli impianti smaltimento rifiuti dovranno essere conclusi e collaudati. 

Secondo gli ultimi dati Ispra relativi al 2021, l’Italia ha un tasso di riciclo del 64% in media, con punte del 76% in Veneto. Sono 9 le regioni che superano il target del 65%. Sotto la soglia del 50% solo la Sicilia. Sul fronte rifiuti urbani, il 19% finisce ancora in discarica, percentuale che per regole UE deve scendere sotto il 10% entro il 2035. Cresce la quota avviata agli inceneritori (18,3%), mentre i rifiuti avviati ad impianti che effettuano il recupero di materia costituiscono il 48,1% del totale dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata. Qui gli obiettivi da raggiungere sono il 55% entro il 2025 e il 65% nel 2035.

Per quanto riguarda la tipologia degli impianti, secondo i dati Ispra, dal 2015 al 2021 il numero totale è aumentato da 634 a 657. Circa il 45% è costituito da impianti di compostaggio (293 nel 2021). Dal 2015 le discariche sono scese da 149 a 126 mentre gli inceneritori sono diminuiti da 41 a 37, e gli impianti di coincenerimento da 17 a 14. Aumenta invece lo smaltimento tramite processi biologici: gli impianti di digestione anaerobica, di trattamento integrato aerobico/anaerobico e di trattamento meccanico-biologico sono complessivamente aumentati di 29 unità.

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