(Rinnovabili.it) – Le emissioni di gas serra sono il principale elemento sfidante di questa fase storica: il nostro è un modello basato su una esternalità fondamentale, la produzione di anidride carbonica che si accumula alzando la temperatura media del pianeta e determinando le conseguenze devastanti che conosciamo. Ma cosa succederebbe se anziché liberare nuova CO2 nell’atmosfera fossimo in grado di effettuare il riciclo del carbonio praticamente all’infinito?
È quello che si sono chiesti gli ingegneri di Lanzatech, la start up che sta sperimentando una tecnica di riciclaggio dell’anidride carbonica mediante l’utilizzo dei batteri. L’azienda, guidata dalla scienziata Jennifer Holmgren, è stata lanciata dal dottor Sean Simpson e dal defunto dottor Richard Forster nel 2005 in Nuova Zelanda, per trovare nuovi modi di produrre combustibili e sostanze chimiche sostenibili che non avessero un impatto sulla terra, cibo o biodiversità. Da allora, i partner di LanzaTech hanno implementato tre impianti commerciali in Cina, convertendo le emissioni industriali in etanolo, a suo volta convertito in prodotti utili, come combustibili sostenibili, imballaggi, cosmetici, prodotti per la pulizia e tessuti. Zara, Unilever, Coty, Mibelle, On e Lululemon sono alcuni dei principali marchi di consumo che hanno realizzato prodotti con carbonio riciclato.
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L’idea è tanto affascinante da essere valsa all’impresa la nomina a finalista dell’Earthshot Prize, così salutata dalla dottoressa Jennifer Holmgren, CEO di Lanzatech: “Mentre l’industria utilizza ancora combustibili fossili, abbiamo bisogno di soluzioni che catturino le emissioni alla fonte. Noi di LanzaTech non ci limitiamo a questo – trasformiamo anche quegli inquinanti in prodotti utili per la società e, a nostra volta, teniamo le risorse fossili nel terreno. È un onore essere stati riconosciuti dall’Earthshot Prize per questo lavoro”.
Come chiudere il ciclo del carbonio
La tecnologia di riciclo del carbonio di Lanzatech si basa sulla fermentazione batterica. Gli scienziati dell’azienda, assieme ai ricercatori della Northwestern University e dell’Oak Ridge National Lab, hanno sviluppato un processo efficiente per trasformare i gas di scarico, come le emissioni dell’industria pesante o il syngas generato da qualsiasi fonte di biomassa, in prodotti utili. Il segreto sta nell’impiego del Clostridium autoethanogenum, un batterio ingegnerizzato presso LanzaTech per convertire selettivamente il carbonio di scarto in etanolo, acetone o isopropanolo. Al momento l’azienda ha già destinato al riciclo 190.000 tonnellate di emissioni di CO2 ma l’obiettivo attuale è riuscire ad avere almeno 20 impianti in funzione entro il 2024: sette sono già in costruzione, altri sette in progettazione.
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