Nella nuova Direttiva quadro sui rifiuti si punta su riduzione dei rifiuti tessili e degli sprechi alimentari
(Rinnovabili.it) – Tutti d’accordo, per una volta. Il voto della Commissione Ambiente del Parlamento UE sulla revisione della Direttiva quadro sui rifiuti ha registrato ieri 72 voti a favore, nessun contrario e tre astensioni. L’idea è accelerare la riduzione dei rifiuti, concentrandosi in particolare sugli sprechi alimentari e sulla responsabilità estesa del produttore (EPR) per i prodotti tessili.
Per quanto riguarda la riduzione degli sprechi alimentari, Il Parlamento UE – che senza dubbio accoglierà il testo uscito dalla Commissione Ambiente nel voto di marzo in plenaria – alzerà gli obiettivi vincolanti proposti dalla Commissione Europea. La proposta è portarli almeno al 20% nella trasformazione e produzione alimentare (rispetto al 10% attuale) e al 40% pro capite nei settori della vendita al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alimentari e delle famiglie (rispetto al 30% attuale). La scadenza per raggiungere i nuovi obiettivi a livello nazionale è il 2030.
A questo si aggiunge la proposta di introduzione di schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i prodotti tessili. Gli operatori economici del settore dovrebbero essere responsabili dei costi di raccolta differenziata, di separazione dei rifiuti e del riciclo. Gli Stati membri dovranno istituire tali schemi entro 18 mesi dall’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione UE). Entro il 1° gennaio 2025, inoltre, i paesi dovranno garantire la raccolta differenziata dei tessili per il riuso, la preparazione per il riutilizzo e il riciclo.
“Diamo soluzioni mirate per ridurre gli sprechi alimentari, come la promozione di frutta e verdura ‘brutte’, l’attenzione alle pratiche di mercato scorrette, la chiarificazione dell’etichettatura di scadenza e la donazione degli alimenti invenduti ma consumabili”, riassume Anna Zalewska, deputata ECR della Polonia. “Per quanto riguarda i prodotti tessili, abbiamo colmato le lacune includendo anche i prodotti non domestici, i tappeti e i materassi, nonché le vendite tramite piattaforme online. Chiediamo inoltre un obiettivo di riduzione dei rifiuti tessili, con un controllo dei tessuti usati esportati”.