La Commissione Europea ha pubblicato il report triennale sullo stato di attuazione del regolamento UE sulle spedizioni di rifiuti verso stati comunitari e paesi terzi. Il documento fa riferimento al triennio 2016 – 2019 ed evidenzia soprattutto due trend: da un lato l’aumento delle spedizioni illegali di rifiuti, rilevate mediante le ispezioni degli stati membri; all’altro l’incremento delle esportazioni di rifiuti pericolosi, che riguardano sia gli stati UE sia quelli extracomunitari, e passano dalle 3,9 milioni di tonnellate del 2001 alle 8,1 del 2019, anche se la quantità di rifiuti sembra non variare nel triennio oggetto del report. Gran parte delle spedizioni – analizza la Commissione – è eseguita entro i confini dell’Unione Europea, e la parte destinata a paesi extracomunitari si rivolge comunque a paesi OCSE.
La proposta di revisione del regolamento sulle esportazioni di rifiuti UE
L’aggiornamento viene fornito con cadenza triennale dalla Commissione alla luce delle relazioni fornite dagli Stati membri, che riportano sull’attuazione della convenzione di Basilea. Il documento appena pubblicato si rifà alle conclusioni già espresse dalla Commissione nel gennaio 2020, quando Bruxelles si è pronunciata sulla normativa in vigore sulle esportazione dei rifiuti UE, proponendo di rivederla ed elaborando una proposta tuttora al vaglio di Parlamento e Consiglio.
La proposta si basa su tre obiettivi: interrompere le esportazioni di rifiuti problematici UE verso paesi terzi, rendere più semplice il trasporto di scarti destinati a riuso e riciclo entro i confini comunitari e affrontare la criticità delle spedizioni illegali. Così, secondo il nuovo testo, le esportazioni di rifiuti UE verso paesi non OCSE potranno essere permesse solo se questi ultimi dichiareranno la propria disponibilità a riceverli e la propria capacità di smaltirli in maniera sostenibile. Allo stesso tempo, le spedizioni verso i paesi OCSE saranno oggetto di un monitoraggio che, qualora determinassero problemi ambientali negli stati riceventi, potrò portare alla loro sospensione. La revisione del regolamento inoltre prevede che le società UE che si occupano di esportazioni di rifiuti fuori dall’Unione dovranno garantire di aver verificato, mediante audit indipendente, la conformità degli impianti di destinazione.
La proposta ambisce a facilitare le procedure così da garantire l’ingresso dei rifiuti nel ciclo dell’economia circolare, senza però cedere sulla necessità di controlli serrati. Un effettivo funzionamento di questo meccanismo potrebbe, a detta della Commissione, ridurre la dipendenza dalle materie prime primarie e supportare la decarbonizzazione del tessuto industriale UE.
Ulteriore importante innovazione è che le regole sono pensate per digitalizzare, mediante scambi elettronici di documenti, le esportazioni dei rifiuti UE.