Servono armonizzazione e incentivi per migliorare la gestione dei rifiuti tessili in UE
Nel 2020, l’UE-27 ha generato circa 6,95 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, pari a circa 16 kg per persona. Di questi, 4,4 kg per persona sono stati raccolti separatamente per il riutilizzo e il riciclaggio, mentre 11,6 kg per persona sono finiti nei rifiuti domestici misti. La maggior parte dei rifiuti tessili (82%) proviene da abbigliamento e tessili per la casa, con una piccola percentuale derivante da tessili pre-consumo, come prodotti invenduti. Si stima che il 4-9% dei prodotti tessili immessi sul mercato venga distrutto prima dell’uso.
Sono dati interessanti e quanto mai necessari quelli diffusi oggi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Il rapporto sulla gestione dei rifiuti tessili in un quadro di economia circolare deve infatti fornire la base per le politiche. EEA traccia un ritratto esaustivo del settore e mostra le lacune di molti paesi nell’adeguamento alle norme UE.
La raccolta e il trattamento dei rifiuti tessili
La raccolta dei rifiuti tessili in Europa avviene principalmente attraverso contenitori stradali e siti di servizi civici. La raccolta indoor è efficace per tessuti di alta qualità destinati al riutilizzo, ma è limitata dagli orari di apertura e dalla bassa densità di punti di raccolta. I punti di raccolta stradali possono raccogliere grandi quantità di tessili, ma sono soggetti a contaminazione. La raccolta porta a porta è più costosa e suscettibile a furti. Attualmente, il tasso medio di raccolta dei rifiuti tessili in Europa è solo del 12%, con paesi come Lussemburgo e Belgio che raggiungono il 50%.
Con l’introduzione del regolamento UE sulla raccolta differenziata dei rifiuti tessili entro il 2025, si prevede un aumento dei tassi di raccolta, ma la qualità complessiva degli articoli raccolti potrebbe diminuire, riducendo l’incentivo al riutilizzo a favore del riciclo. Secondo l’Agenzia, un’efficace raccolta differenziata alla fonte è cruciale per migliorare i tassi di riutilizzo e riciclo. Nel 2020, l’UE-27 ha trattato 1,41 milioni di tonnellate di tessili, con una riduzione significativa del conferimento in discarica dal 21% nel 2010 all’11% nel 2020. Tuttavia, il conferimento in discarica è aumentato in alcuni paesi come Bulgaria ed Estonia.
L’UE ha la capacità di immagazzinare circa 1,5 milioni di tonnellate di tessili usati e di scarto ogni anno. Il processo di smistamento è ad alta intensità di lavoro e spesso effettuato in paesi con costi di manodopera più bassi. La capacità di riciclo è stimata tra 1,25 e 1,3 milioni di tonnellate di fibre all’anno fino al 2025, attraverso tecniche di riciclo meccanico e chimico. Tuttavia, una parte significativa dei tessili esportati per il riutilizzo o il trattamento dei rifiuti non è tracciata, il che genera ostacoli all’implementazione efficace della responsabilità estesa del produttore (EPR).
Nuove norme per la responsabilità estesa del produttore
La Commissione Europea propone norme armonizzate sull’EPR per i tessili. Parte dei contributi servirebbero a misure di prevenzione e preparazione per il riutilizzo. Tuttavia, la non redditività commerciale delle operazioni di riparazione in Europa, dovuta agli elevati costi di manodopera e ai prezzi più bassi dei nuovi prodotti, rappresenta una sfida significativa. Sussidi per le riparazioni tessili e riduzioni fiscali potrebbero aiutare a colmare questo divario, spiega l’EEA.
Infine, la classificazione dei tessili come rifiuti o riutilizzabili varia tra i paesi, influenzando la rendicontazione e la gestione dei rifiuti tessili. Una maggiore standardizzazione e obblighi di rendicontazione potrebbero migliorare la gestione tessile in Europa, consentendo di stabilire e monitorare obiettivi per la raccolta differenziata, la preparazione per il riutilizzo e il riciclo.