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5 ministri chiedono che i rifiuti tessili siano inclusi nella Convenzione di Basilea

Come per altre categorie, anche i rifiuti tessili potrebbero essere sottoposti a misure di controllo e trasparenza sul mercato internazionale

rifiuti tessili
Foto di Kostiantyn Li su Unsplash

L’export di RAEE e di plastica, al contrario dei rifiuti tessili, è già regolamentato

(Rinnovabili.it) – I ministri dell’Ambiente di Francia, Danimarca, Svezia, Austria e Finlandia hanno lanciato un appello ai loro pari per sottoporre i rifiuti tessili ai meccanismi di controllo della Convenzione di Basilea. In poche parole, significa classificare questi rifiuti alla stregua di quelli plastici o dei RAEE. Il che fa scattare la richiesta di consenso informato prima dell’importazione ed esportazione. In più, vieta l’export di quelli pericolosi. La mossa mira a migliorare l’ambiente e la salute nei paesi in via di sviluppo, garantendo nel contempo un tracciamento degli indumenti di seconda mano. Un accordo simile è da poco stato raggiunto per i rifiuti di plastica, che rappresentano un problema ancora maggiore quando esportati nei paesi a basso reddito.

I ministri sostengono che estendere l’approccio anche al tessile potrebbe portare significativi benefici ambientali e sanitari, senza compromettere il commercio di abiti usati. Inoltre, dimostrerebbe la leadership dell’UE nel contesto globale e fornirebbe dati più accurati sulle esportazioni.

L’appello si colloca in un contesto preciso. La recente direttiva sulla due diligence aziendale in materia di sostenibilità affronta infatti le questioni ambientali e di diritti umani nel settore tessile. La revisione della direttiva quadro sui rifiuti, d’altra parte, offre un’opportunità per migliorare il trattamento e il riciclo. Per chiudere il cerchio serve adesso regolare il commercio.

Attualmente, la Convenzione di Basilea non comprende gli scambi di rifiuti tessili, ma si concentra su altri rifiuti pericolosi. Questo buco mette a rischio l’ambiente e la salute nei paesi importatori, come abbiamo raccontato altrove. Non vi è alcun obbligo, inoltre, di garantire che il paese importatore abbia la capacità di gestire i rifiuti tessili in modo rispettoso dell’ambiente.

Le restrizioni politiche al settore tessile sono sempre più necessarie. La produzione globale di fibre tessili è aumentata a livelli record lo scorso anno, mentre la quantità di prodotti tessili riciclati è diminuita dopo anni di crescita. Lo scenario è critico e le misure legislative devono rispondere a una sfida enorme. 

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