(Rinnovabili.it) – Produciamo meno rifiuti e stiamo imparando a gestirli sempre meglio. Questo il quadro che emerge dal Rapporto Rifiuti Urbani 2016 di Ispra, presentato oggi a Roma. L’istituto aggiorna al 2015 i dati su produzione, raccolta e costi di gestione negli 8000 comuni italiani. E rivela: lo scorso anno la percentuale di raccolta differenziata ha raggiunto il 47,5% della produzione nazionale, superando i 14 milioni di tonnellate. Tra i 16 comuni italiani con più di 200 mila abitanti, i maggiori livelli si osservano a Venezia, che si attesta prima con una percentuale del 54,3%, seguita da Milano con il 52,3%, Verona e Padova, rispettivamente con il 50,8 e 50,7%. Un dato che trova conferma anche nell’analisi macrozonale, che vede il Nord ancora una volta in testa con un quantitativo raccolto al di sopra di 8 milioni di tonnellate. Parecchio più indietro il Centro a quasi 2,9 milioni di tonnellate e nel Sud a 3,1 milioni di tonnellate.
I dati sono da considerare incoraggianti e secondo l’Ispra ci sono buone possibilità per l’Italia di centrare l’obiettivo riciclaggio europeo, anche prima del 2020. La direttiva 2008/98/CE prevede un target del 50% da conseguire entro il 2020 per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani. Secondo la metodologia di calcolo adottata dall’Italia, la percentuale si attesta al 46%. “Considerando l’aumento dei tassi di riciclaggio osservati negli ultimi anni, l’obiettivo del 50% potrebbe essere conseguito prima della scadenza del 2020”.
Rispetto alla precedente indagine, aumenta di molto la percentuale di rifiuti sottoposti a trattamento prima dello smaltimento in discarica, che passa dal 70% del 2014 a circa l’86% del 2015. Tuttavia, nonostante il divieto imposto dall’art. dall’art. 7 del d.lgs. n. 36/2003, nel 2015 ancora 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti sono state smaltite in discarica senza il preventivo ed idoneo trattamento. Il documento sottolinea inoltre come non tutte le regioni siano dotate delle necessarie infrastrutture di trattamento dei rifiuti, ed in maniera particolare di quelle deputate al riciclo delle frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata. “La scarsa dotazione impiantistica fa sì che in molti contesti territoriali si assista ad un trasferimento dei rifiuti raccolti, ovvero di quelli sottoposti a trattamento meccanico biologico, in altre regioni o all’estero dove la capacità di trattamento risulta superiore rispetto ai reali fabbisogni”.