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Dai vecchi pneumatici le strade del futuro, silenziose e a prova di buca

vecchi pneumatici

 

Vecchi pneumatici e asfalto riciclato rendono verde il manto stradale

(Rinnovabili.it) – Ridurre l’inquinamento acustico, mentre si migliora sicurezza stradale e sostenibilità. Sono questi gli obiettivi del progetto Nereide, iniziativa guidata dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa e dedicata a creare le strade del futuro. Cofinanziato dal programma europeo LIFE, Nereide fa del riciclo il suo strumento chiave. L’idea la base del progetto è quella di impiegare vecchi pneumatici e rifiuti d’asfalto nella produzione di nuove miscele per la pavimentazione.

La gomma recuperata dagli pneumatici fuori uso (PFU) possiede, infatti, resilienza, proprietà elastiche e insonorizzanti in grado di renderla un ottimo materiale sostitutivo degli aggregati vergini. Per dimostrarne le potenzialità, i partner dell’iniziativa – tra cui ARPAT, il Belgian Road Research Centre (BRCC), l’Istituto di acustica e sensoristica Orso Maria Corbino del CNR ed Ecopneus – hanno realizzato in Toscana e in Belgio due tratti di “eco-strada” a base di polverino di PFU e asfalto riciclato.

 

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Come spiega Pietro Leandri, Professore associato dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto “Ci siamo concentrati sullo studio di miscele innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale, alcune delle quali con elevate percentuali di materiali riciclati, che garantiscano comunque una lunga durata della pavimentazione”.

Per la precisionel’intervento italiano ha riguardato Massarosa, in provincia di Lucca: qui è stato ri-pavimentato un tratto lungo 2.400 metri utilizzando una particolare tecnologia di produzione a “tiepido”, che sfrutta temperature di 30°-40° inferiori rispetto a quelle standard. In questo modo è possibile ridurre oltre che i consumi energetici anche le emissioni associate alla posa dell’asfalto.

 

Il vero fulcro del progetto è tuttavia l’innovativa strumentazione con cui saranno testate le strade “Un dispositivo specifico, basato sui metodi attualmente disponibili in letteratura, verrà installato in un laboratorio mobile e usato per misurare l’assorbimento acustico”, si legge sul sito del progetto. “L’efficacia delle nuove superfici sarà valutata grazie alla misurazione delle caratteristiche della superficie, delle proprietà acustiche e con dei sondaggi sottoposti alla popolazione esposta”. In questo contesto, l’ARPAT e il CNR hanno sviluppato nuovi protocolli acustici per misurare con estrema precisione l’effettiva riduzione del rumore, anche in contesti urbani o complessi, accoppiandoli a strumenti e modelli psicoacustici per valutarne il reale impatto sulla percezione dei cittadini. Quello che ci si aspetta di ottenere è una riduzione dell’inquinamento acustico di 5dB rispetto le pavimentazioni tradizionali, e di almeno 2 dB rispetto altri conglomerati bituminosi porosi convenzionali, assieme ad un aumento dell’aderenza su strada del 20 per cento.

 

A partire da questo autunno, Nereide compirà un passo in più, testando per la prima volta pavimentazioni con un elevato quantitativo di gomma riciclata (circa il 20% rispetto al 2-3% di oggi). La maggiore quota di polverino, ottenuto da vecchi pneumatici, dovrebbe comportare una riduzione del rumore di 12 dB, livello solitamente raggiungibile solo con le barriere acustiche. “La gestione e manutenzione delle nostre strade è sotto la lente dei media – aggiunge Leandri – ma anche e soprattutto del mondo scientifico e accademico: anche per questo il 16 e 17 luglio ospiteremo a Pisa un workshop internazionale per presentare i risultati fin qui raggiunti da Nereide e confrontarci sugli ultimi sviluppi della ricerca internazionale sul settore”.

 

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