(Rinnovabili.it) – I ricercatori della Lappeenranta University of Technology (LUT) hanno portato il valore dell’urban mining ad un livello maggiore di quello raggiunto fino a oggi. Con il termine urban mining si intende il processo di recupero di composti ed elementi preziosi nei prodotti di scarto, per lo più raee, altrimenti destinati alla discarica. In questo contesto gli scienziati finlandesi sono riusciti a mettere a punto una tecnologia che estrae dalle batterie esauste, metalli con un grado di purezza molto vicino al 100%.
In un perfetto processo circolare, litio, nichel e cobalto potranno essere recuperati dai vecchi dispositivi di accumulo ed essere direttamente reimpiegati nella fabbricazione di nuove batterie, senza bisogno di ulteriori passaggi. Come spiega il ricercatore Sami Virolainen, che ha condotto lo studio, la purezza dei metalli utilizzati come materia prima nella produzione delle batterie è di fondamentale importanza. “Le nuove pile richiedono elementi di purezza particolarmente elevata. Se, ad esempio, la purezza del litio è inferiore 99,5 per cento, non può essere usato così come è”.
Gli scienziati non sono riusciti a toccare esattamente il 100 % ma ci sono andati abbastanza vicino: la loro tecnologia permette di estrarre cobalto puro al 99,6 per cento, nichel al 99,7 per cento e litio a 99,9 per cento.
Al di là del risultato scientifico, lo studio risponde ad una delle preoccupazioni più pressanti dell’attuale periodo energetico. Focalizzando l’attenzione sulla disponibilità delle materie prime necessarie a sostenere la futura produzione di batterie e dispositivi di energy storage, ci accorgiamo come il mercato di litio e cobalto si troverà inevitabilmente sotto stress nei prossimi anni. Anche se esistono riserve sufficienti nel mondo per soddisfare una crescita della domanda di questi metalli non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda la capacità di trasformazione, che richiede un know-how specifico per riuscire a rendere utilizzabile la materia grezza. L’estrazione di elementi puri risolverebbe i problemi a monte. In un esperimento su piccola scala, gli scienziati hanno separato i metalli attraverso un processo di estrazione liquido-liquido: le due fasi liquide non si dissolvono l’una nell’altra e permettono di separare facilmente dalla soluzione tutte le impurità