Il diritto alla riparazione dovrà essere incentivato con sostituzioni temporanee, pezzi di ricambio più disponibili, incentivi per i consumatori
(Rinnovabili.it) – Prende forma quasi definitiva la direttiva europea sul diritto alla riparazione. Con il voto di ieri della Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO), ora il testo è pronto ad andare in plenaria. L’approvazione in commissione ha ottenuto 38 voti a favore, 2 contrari e nessuna astensione. Il dossier dovrà ora superare il voto della plenaria il 20-23 novembre. A questo punto, sarà la base del negoziato che il Parlamento Europeo intavolerà con il Consiglio UE, arrivando a un documento finale di compromesso.
Allo stato attuale, la proposta mira a incentivare le riparazioni durante e oltre il periodo di garanzia legale di un prodotto. Il testo approvato ieri prevede che i venditori siano tenuti a offrire la riparazione gratuita entro il periodo di garanzia legale, tranne nei casi in cui sia più costosa della sostituzione, sia di fatto impossibile o sia scomoda per il consumatore. Tutte casistiche che ad oggi rappresentano la norma. Per come sono progettati gli oggetti, infatti, molto spesso è più costoso o complesso ripararli che rimpiazzarli.
Secondo le stime della Commissione Europea, lo smaltimento prematuro di beni di consumo utilizzabili genera 35 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno in UE. I consumatori che optano per la sostituzione invece che per la riparazione perdono circa 12 miliardi di euro all’anno.
Da dieci anni il Parlamento chiede una norma sul diritto alla riparazione e finalmente sta arrivando a meta. Per facilitarla ulteriormente, i deputati si sono espressi a favore di incentivi per i consumatori che scelgono la riparazione rispetto alla sostituzione. Uno di questi potrebbe essere l’estensione della garanzia di un anno per i prodotti riparati. La commissione ha chiesto anche che gli stati membri promuovano la riparazione attraverso incentivi finanziari come voucher e fondi nazionali per la riparazione.
Potrebbe perfino scattare un obbligo per i produttori a riparare alcuni oggetti, ad esempio lavatrici, aspirapolvere, smartphone, biciclette, anche se non sono più in garanzia. Le riparazioni dovrebbero essere effettuate in tempi ragionevoli e i consumatori dovrebbero poter beneficiare di dispositivi sostitutivi in prestito. Se un prodotto non può essere riparato, i produttori potrebbero offrirne uno ricondizionato.
Per garantire pienamente il diritto alla riparazione, infine, anche i riparatori indipendenti dovrebbero avere accesso a tutti i pezzi di ricambio. Dovrebbero nascere piattaforme nazionali online per consentire ai consumatori di trovare i centri di riparazione e i venditori di prodotti ricondizionati.