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Troppa plastica, ENPA chiede il ritorno del vuoto a rendere

Alcuni Paesi, Germania e Finlandia ad esempio, lo stanno già facendo e stanno ottenendo risultati straordinari

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(Rinnovabili.it) – Il vuoto a rendere come soluzione per arginare l’avanzata della plastica negli oceani, che mette a rischio l’ecosistema e, in primi, la fauna marina. È questa la proposta di ENPA, l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, una delle più antiche e grandi associazioni animaliste italiane, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente.

Secondo l’associazione, è necessario “abbattere la produzione e l’immissione dei rifiuti di plastica nell’ambiente non è un’utopia, e non è neanche una missione impossibile. Alcuni Paesi, Germania e Finlandia ad esempio, lo stanno già facendo e stanno ottenendo risultati straordinari. Il segreto di questo successo è da ricercare in tre parole: vuoto a rendere”.

Stando a quanto sostiene l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, il vuoto a rendere nella sola Germania ha permesso di ridurre in maniera considerevole i rifiuti di plastica e di vetro dispersi sul territorio. Si parla di un drastico calo dell’80 per cento per le bottiglie di PET, il Polietilene Tereftalato, materiale plastico adatto al contatto alimentare, e addirittura del 96 per cento.

Restituire la bottiglia significa non solo ottimizzare l’uso delle materie prime attraverso le attività di riciclo, ma anche tagliare i costi legati alla raccolta, alla cernita e alla selezione di questo tipo di rifiuti.

Se il metodo del vuoto a rendere diventasse la norma, secondo ENPA “sparirebbero migliaia di lattine e bottigliette (di vetro e plastica) incivilmente abbandonate nei parchi, nelle aiuole, per strada, e che così tanti problemi causano agli animali (migliaia di uccelli muoiono per l’ingestione dei tappi delle bottiglie).” Il vuoto a rendere, inoltre, consentirebbe di ottimizzare la raccolta differenziata, eliminando molti di quei rifiuti gettati distrattamente nei cassonetti dell’umido.

In realtà, il vuoto a rendere non è esattamente una novità. I meno giovani lo ricorderanno, visto che la pratica era in uso fino a una trentina di anni fa. Dopo anni di consumismo e di usa e getta, facendo di necessità virtù, il vuoto a rendere potrebbe ritornare: un’abitudine che fa bene all’ambiente e all’economia. È quello che auspica l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, sperando che il nuovo ministro dell’Ambiente prenda a cuore la situazione.