Rinnovabili • Tossine nei vecchi giocattoli Rinnovabili • Tossine nei vecchi giocattoli

Tossine nei vecchi giocattoli, sono un ostacolo per l’economia circolare

Uno studio dell’Università di Göteborg ha analizzato la presenza di elevate concentrazioni di tossine in vecchi giocattoli e capi d’abbigliamento, sollevando un problema rispetto al riutilizzo e al riciclo di questi ultimi.

Tossine nei vecchi giocattoli
via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – In ogni famiglia ci sono giocattoli, oggetti o capi d’abbigliamento che passano di generazione in generazione, ma una ricerca ha mostrato che in molti casi contengono concentrazioni elevate di tossine dannose per la salute

I giocattoli di fratelli e sorelle maggiore, i vecchi vestiti dismessi di cugini o parenti vari ma anche le donazioni o gli oggetti recuperati in beneficenza: si ritiene che il riutilizzo sia una pratica virtuosa tout court ma il team dei ricercatori del Centro interdisciplinare per la valutazione del rischio chimico futuro e strategie di gestione (FRAM) dell’Università di Göteborg ritiene non sia così. Il gruppo ha scoperto che nell’84% degli articoli del campione testato, erano presenti elevate concentrazioni di tossine in grado di creare problemi alla crescita, allo sviluppo e alle capacità riproduttive dei bambini. Si tratta di un ostacolo materiale molto forte per l’economia circolare. La professoressa Bethanie Carney Almroth, che ha coordinato la ricerca, ha spiegato che: “Le concentrazioni di sostanze tossiche erano significativamente più alte nei prodotti più vecchi. Ad esempio, molte delle vecchie palline hanno concentrazioni di ftalati per un totale di oltre il 40% del peso del giocattolo, che è 400 volte superiore al limite legale”.

leggi anche Da vecchi CD e biberon rinasce la plastica atossica

Molti vecchi giocattoli contengono tossine pericolose

La ricerca è stata condotta su un campione di 157 diversi giocattoli, tra vecchi e nuovi, e nell’84% di quelli più vecchi sono state trovate concentrazioni di tossine nettamente al di sopra dei limiti legali. Non è un problema relativo soltanto agli oggetti usati: anche giocattoli e articoli d’abbigliamento nuovi erano interessati dal fenomeno, seppur con una percentuale inferiore che si attesta sul 30%. 

Tra le sostanze sotto la lente dei ricercatori ftalati e paraffine clorurate a catena corta, ampiamente utilizzati in passato come plastificanti o ritardanti di fiamma per giocattoli. 

Lo studio è stato esposto in un articolo sul Journal of Hazardous Materials Advances nel quale gli scienziati hanno spiegato che molte di queste sostanze tossiche possono causare il cancro, danni al DNA o problemi per le future capacità riproduttive dei bambini. 

Attualmente la presenza di tali sostanze nei giochi per i più piccoli è normata a livello europeo dalla direttiva sulla sicurezza dei giocattoli, che sancisce le quantità massime ammissibile di sostanze dannose come queste tossine. Il valore limite attuale è dello 0,1% in peso per gli ftalati e dello 0,15 % in peso per le paraffine clorurate a catena corta.

“Lo studio indica che il riutilizzo e il riciclaggio non è sempre automaticamente una buona cosa – ha commentato Daniel Slunge, Economista ambientale presso l’Università di Göteborg, che ritiene che vadano maggiormente problematizzate le modalità con le quali compiere una transizione ecologica – La transizione verso un’economia più circolare richiede divieti e altre misure politiche che eliminino le sostanze chimiche pericolose dalla plastica e da altri materiali. Sebbene la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli sia stata fondamentale per ridurre l’incidenza di sostanze chimiche pericolose nei giocattoli, essa è stata applicabile solo ai nuovi giocattoli, non a quelli vecchi”.