Presentati i risultati del progetto europeo Tyrec4Life, che ha portato la Città di Torino a sviluppare applicazioni con gli pneumatici fuori uso
(Rinnovabili.it) – Riciclare gli pneumatici fuori uso è meglio che destinarli al recupero di energia. È solo una delle conclusioni cui è giunto il progetto Tyrec4Life, cofinanziato dal programma europeo LIFE+ con circa 3,5 milioni di euro. Partito nel 2011, ha come partner la Città Metropolitana di Torino (capofila del progetto), il Politecnico di Torino, il Centro Ricerche Fiat e diversi altri partner. Come co-finanziatore la società Ecopneus.
«L’esperienza è senza dubbio un’opportunità da valorizzare – ha detto l’assessore all’Ambiente di Torino, Enzo Lavolta – Il riciclo degli pneumatici fuori uso, o polverino da pfu, come additivo nelle pavimentazioni stradali, rappresenta un’interessante applicazione anche da un punto di vista quantitativo per l’economia sostenibile. Le miscele di bitume arricchito con polverino migliorano drenabilità, aderenza e assorbimento acustico e minimizzano i consumi energetici nelle fasi di realizzazione e stesa, aumentando la durabilità della pavimentazione, garantendo un equilibrio fra requisiti tecnici e ambientali. Ben vengano momenti di approfondimento e di studio su questi temi».
Secondo le stime di Ecopneus, nel 2013 sono stati immessi sul mercato nazionale circa 350.000 le tonnellate di pneumatici. La società, che ne gestisce circa il 70% una volta giunti a fine vita, ha recuperato circa 250.000 tonnellate.
Gli pneumatici, una volta frammentati nelle loro parti costituenti – gomma, acciaio e fibre tessili –sono destinabili al riciclo vero e proprio. L’uso del polverino di gomma nelle pavimentazioni stradali in Italia è ancora una pratica poco diffusa, anche se i benefici sono ampiamente dimostrati.
Con il progetto Tyrec4Life, Torino si è posta l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative per estendere l’utilizzo di bitumi arricchiti con il granulato ricavato da pneumatici fuori uso. Alcune opere sono state portate a termine, come l’asfaltatura di 4 km di strade utilizzando la gomma dei pfu, oppure la costruzione di un sistema di Life Cycle Risk Assessment (LCRA), volto a stimare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute dei lavoratori a seguito dall’impiego di tecniche di costruzione e manutenzione delle pavimentazioni stradali nelle quali si utilizzi polverino da pfu.