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Il tasso di circolarità globale è fermo al palo

Fermo nel 2023 il tasso di circolarità dell’economia globale. Solo il 7,2% dei 100 miliardi di tonnellate di materiali consumate è riciclato

tasso di circolarità
Foto di Josh Power su Unsplash

Se non sarà accelerato il tasso di circolarità, la pressione sugli ecosistemi sarà insostenibile

(Rinnovabili.it) – Il mondo è sempre meno in grado di reintegrare i materiali che produce e utilizza. Sebbene si faccia un gran parlare dell’economia circolare, infatti, il reimpiego delle materie prime seconde è fermo al palo. Secondo il rapporto annuale del think tank Circle Economy, il tasso di circolarità – ovvero la capacità di rimessa in circolo delle materie prime seconde – si è fermato al 7,2%, invariato rispetto all’anno precedente. Se confrontato con il picco del 9,1% nel 2018, il dato segna un declino preoccupante. Significa, in soldoni, che solo 7 dei 100 miliardi di tonnellate di materiali consumati annualmente nell’economia globale è riciclato.

Il rapporto sottolinea che negli ultimi 6 anni l’economia globale ha consumato 582 miliardi di tonnellate di materiali, una cifra prossima ai 740 miliardi consumati nell’intero XX secolo. L’approccio lineare ha causato un aumento esponenziale del consumo, dell’inquinamento e della produzione di rifiuti, mettendo una pressione insostenibile sugli ecosistemi e sulla biocapacità della Terra.

La responsabilità dei paesi ricchi

La responsabilità di questo consumo eccessivo ricade principalmente sulle nazioni più ricche, responsabili della maggior parte degli impatti ambientali. Paesi ad alto reddito come Unione Europea e Stati Uniti rappresentano oltre la metà del consumo globale di materiali.

Il Circularity Gap Report suggerisce soluzioni mirate per paesi in transizione, economie in crescita e paesi in fase di sviluppo. Per i primi, si propone una drastica diminuzione dell’utilizzo di materiali, passando a modelli di consumo circolari. Per i secondi, il dossier raccomanda di stabilizzare il consumo adottando pratiche circolari. I paesi in fase di sviluppo, pur contribuendo in misura minore alle emissioni, sono incoraggiati a svilupparsi in modo sostenibile, adottando anch’essi un approccio circolare per evitare gli errori fatti dagli altri.

Le raccomandazioni specifiche includono incentivi per l’ammodernamento e il riutilizzo degli edifici, sviluppo di certificazioni per materiali da costruzione secondari, definizione di standard di durabilità del prodotto e rafforzamento della legislazione sul diritto alla riparazione. Implementando politiche circolari, il rapporto suggerisce che l’uso dei materiali potrebbe essere ridotto di un terzo, conducendo a un mondo due volte più circolare e sostenibile.