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La strategia europea sulla plastica è un vicolo cieco

La road map europea sulla plastica è un vicolo chiuso

 

(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea ha presentato lo scorso venerdì la road map comunitaria per “una strategia sulla plastica nell’economia circolare”. Il documento, quattro pagine in tutto, ha lo scopo di informare i vari stakeholder dei progressi compiti da Bruxelles in merito a uno dei capitoli più sensibili del Pacchetto Circular Economy.

La strategia mira a disaccoppiare la produzione di materiali plastici dalle materie prime fossili e a ridurre gli impatti dei gas serra legati al ciclo di vita migliorando l’economia, la qualità e le pratiche di riciclo e riutilizzo. Tra le finalità ovviamente anche quella di tagliare radicalmente i rifiuti plastici oggi dispersi nell’ambiente, che l’esecutivo stima siano fino a 13 milioni di tonnellate.

 

Un programma articolato che dovrebbe, almeno in teoria, aiutare gli investimenti e le innovazioni che consentono alla plastica e alle industrie correlate di divenire più “circolari”. Ma se da un lato l’associazione europea bioplastiche accoglie con entusiasmo il documento, dall’altro la ONG European Environmental Bureau è pronta a evidenziarne i passaggi più critici. A partire dalla mancanza di misure adeguate per affrontare il problema dell’inquinamento marino.

Non solo. Per ciò che concerne l’imballaggio e il suo ruolo nel littering, la Commissione sottolinea la mancanza di consapevolezza nei consumatori, piuttosto che affrontare la responsabilità del produttore e la grande confusione introdotta sul mercato con le plastiche biodegradabili. Tirata di orecchie anche per la leggerezza di Bruxelles nell’affrontare la questione dei componenti chimici: ancora oggi sono impiegati nei prodotti in plastica sostanze tossiche e dannose per la salute e per l’ambiente, ma nella strategia europea non si fa alcun accenno alla messa al bando di questi elementi.

 

La coalizione sostiene che per dare un contributo significativo verso l’economia circolare, la tabella di marcia abbia bisogno di concentrarsi sulla riduzione e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle materie polimeriche. Con una massiccia diminuzione della plastica monouso ed un forte incremento del riciclo, l’attenzione sulla fonte dei materiali – quindi bio al posto del petrolio – sarebbe di secondaria importanza. “Invece di agire durante la fase di progettazione del prodotto e spingere sulla prevenzione dei rifiuti, la Commissione ha scelto di sottolineare le migliori tecnologie di riciclaggio e la sostituzione delle materie prime con quelle di origine rinnovabile”, spiega Delphine Lévi Alvares, coordinatore europeo del Break Free From Plastic Movement. “Queste risposte non porteranno ad una significativa adozione dei principi di economia circolare, né ridurranno necessariamente l’inquinamento della plastica”.

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