Economia circolare e rifiuti: con due decreti il Ministero della Transizione Ecologica ha approvato le strategie nazionali di attuazione delle riforme del PNRR e che dovranno condurci alla neutralità climatica entro il 2035
(Rinnovabili.it) – Con una nota stampa dello scorso 30 giugno il Ministero della Transizione Ecologica ha annunciato due decreti relativi alla Strategia nazionale per l’economia circolare e il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Se il nostro Paese ha già raggiunti traguardi virtuosi per quanto riguarda l’economia circolare, resta ancora molto da fare invece per la gestione dei rifiuti, per la quale continuiamo a pagare sanzioni molto elevate. La scelta dello strumento dei decreti, secondo Vannia Gava, sottosegretaria alla Transizione ecologica, mira a dare “rapida attuazione a due riforme strutturali previste dal PNRR”.
Economia circolare e gestione rifiuti: la situazione italiana
Con i decreti 257 del 24 giugno 2022 e 259 del 24 giugno 2022 l’Italia continua il percorso di attuazione delle riforme previste dal PNRR.
La Strategia nazionale per l’economia circolare si inserisce in un quadro positivo per il nostro Paese che, come ha ricordato la sottosegretaria, “è già leader nell’economia circolare, ha la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, il 79,4% il doppio rispetto alla media europea: lavoriamo per consolidare questo risultato e migliorarlo”.
Se però sull’economia circolare viaggiamo a buon ritmo, lo stesso non si può dire per quanto riguarda la situazione dei rifiuti. Il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti dovrà intervenire su una situazione complessa e abbassare drasticamente la produzione nazionale. L’Italia, ha spiegato Gava, “continua a pagare delle sanzioni pesantissime: troppi rifiuti, più di 1.3 milioni di tonnellate finiscono fuori Regione o all’estero a causa dell’assenza di una rete integrata di impianti funzionale. Grazie al PNRR e a una corretta pianificazione abbiamo finalmente l’occasione di promuovere e costruire nuovi impianti, moderni e sicuri, tecnologicamente avanzati, per il trattamento dei rifiuti dove serve”. La parola d’ordine del governo è dunque “azione immediata”. “Troppo spesso – ha commentato la sottosegretaria – il tema dei rifiuti è stato trattato in modo ideologico e questo ha allontanato le soluzioni e aggravato i problemi: ora è il tempo del coraggio e della concretezza”.
La Strategia Nazionale per l’economia circolare SEC
La SEC definisce le politiche che il nostro governo intende perseguire per attuare una transizione effettiva all’economia circolare: l’orizzonte finale è l’eliminazione del concetto di rifiuto, inserendo tutti i prodotti in un sistema in grado di non produrre scarti.
Il raggiungimento della neutralità climatica al 2035 è subordinato alla trasformazione radicale dei modelli produttivi, per la quale il MITE ha individuato 5 modelli di business.
Il primo modello guarda alle filiere, con l’intento di renderle circolari in ogni passaggio, quindi fin dall’inizio: per far ciò serve facilitare l’accesso ai materiali derivanti dai rifiuti e a materie prime che siano rinnovabili, riciclabili o biodegradabili.
Il secondo pone le condizioni per trasformare in senso circolare la nostra economia a partire dall’eliminazione del concetto di rifiuto da smaltire, incentivando invece il recupero e il riciclo degli scarti.
Il terzo modello vuole regolare la vita dei prodotti, disciplinando lo sviluppo di merci che durino più a lungo possibile anche mediante l’utilizzo di servizi, aggiornamenti e parti di ricambio facilmente disponibili.
Il quarto prevede l’adozione di una piattaforma attraverso la quale mettere in relazione chi possiede beni di consumo e chi è interessato o ha necessità di usarli.
Il quinto modello decostruisce la nozione di proprietà: il prodotto è ora definito quale “servizio” di cui il consumatore è “utente”. I cittadini potrebbero così usare i prodotti, senza disporre della loro proprietà che resterebbe invece alle imprese che, in base ad accordi basati sulle prestazioni, potrebbero offrirli a uno o più diversi utenti.
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Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR)
Per farci progredire nella transizione all’economia circolare, la priorità del governo deve però essere l’armonizzazione del ciclo dei rifiuti nel nostro Paese, a partire dall’attuazione di una strategia virtuosa. Il programma approvato è “lo strumento di indirizzo per le Regioni e province autonome- ha spiegato Gava – L’obiettivo è colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclo e contribuire alla Transizione energetica”. Goal principale del programma è fare in modo che, entro il 2035, non sia smaltito in discarica più del 10% dei rifiuti prodotti. Per far ciò, “la strategia individua azioni, obiettivi e tutte le misure che il Governo intende perseguire nella definizione delle politiche istituzionali e industriali volte ad assicurare una effettiva transizione verso lo sviluppo sostenibile”.
Il programma è diviso in sei macro obiettivi.
Il primo ambito di intervento riguarda gli impianti: l’obiettivo è ridurre il divario tra le diverse regioni per quanto riguarda la pianificazione e il numero e la qualità degli impianti. La realizzazione di questo programma passa necessariamente dalla razionalizzazione degli impianti e delle infrastrutture con un graduale riequilibrio socio economico. I criteri che il MITE prevede di adottare sono ormai familiari: sostenibilità, efficienza, efficacia ed economicità, secondo i principi di autosufficienza e prossimità.
Secondo obiettivo è la prevenzione del rifiuto, la riduzione dello smaltimento attraverso la preparazione a riutilizzo, riciclaggio e recupero. L’intervento guarda anche alle imprese, in particolare ai regimi di responsabilità estesa del produttore per i rifiuti prodotti.
Il terzo obiettivo è sempre sugli impianti, ma guarda all’ottimizzazione di sistema impiantistico e infrastrutturale. Il decreto introduce pianificazioni regionali a partire dai principi di tracciabilità e analisi dei flussi per colmare le attuali lacune. L’obiettivo però guarda anche alla riduzione degli impatti ambientali attraverso l’analisi del ciclo di vita di sistemi di gestione dei rifiuti.
Anche il quarto obiettivo stabilito dal decreto è dedicato agli impianti, in particolare al miglioramento degli standard qualitativi di gestione e delle tecnologie attualmente a disposizione.
Il quinto obiettivo è invece fare in modo che il ciclo dei rifiuti sia gestito in modo tale da contribuire effettivamente al raggiungimento della neutralità climatica.
Sesto macro obiettivo è invece rivolto alla cittadinanza: il governo intende definire azioni di promozione, comunicazione e approfondimento sull’economia circolare e sulla gestione virtuosa dei rifiuti.