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L’economia circolare va in orbita: ecco il progetto della NASA

progetto NASA

IN SPACE - MAY 29: In this handout provided by National Aeronautics and Space Administration (NASA), back dropped by planet Earth the International Space Station (ISS) is seen from NASA space shuttle Endeavour after the station and shuttle began their post-undocking relative separation May 29, 2011 in space. After 20 years, 25 missions and more than 115 million miles in space, NASA space shuttle Endeavour is on the last leg of its final flight to the International Space Station before being retired and donated to the California Science Center in Los Angeles. Capt. Mark E. Kelly, U.S. Rep. Gabrielle Giffords' (D-AZ) husband, has lead mission STS-134 as it delivered the Express Logistics Carrier-3 (ELC-3) and the Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-2) to the International Space Station. (Photo by NASA via Getty Images)

progetto NASA
(Photo by NASA via Getty Images)

 

(Rinnovabili.it) – La NASA ha firmato un contratto da 10 milioni di dollari per studiare la possibilità di riutilizzare gli stadi dei razzi per costruire una mini stazione spaziale in orbita. A occuparsene, scrive il New Scientist, sarà un gruppo di tre aziende americane – NanoRacks, United Launch Alliance e Space Systems Loral – che esamineranno la fattibilità del progetto, proprio mentre altre imprese private del settore aerospaziale stanno già lavorando al riuso dei razzi.

 

L’idea, in realtà, è nel cassetto da tempo. Prima che Skylab, la prima stazione spaziale statunitense, entrasse in orbita negli anni Settanta, qualcuno aveva già proposto di inviare separatamente i componenti di una stazione spaziale e un gruppo di astronauti a bordo di due razzi Saturn IB, che sarebbero partiti a un giorno di distanza l’uno dall’altro. I lanci separati sarebbero stati fondamentali per ridurre il peso, tenuto conto delle limitazioni delle capacità dei missili. Una volta in orbita, gli astronauti avrebbero tolto il combustibile dal serbatoio del razzo ormai inutilizzabile, installato un equipaggiamento per rendere l’ambiente vivibile e si sarebbero trasferiti dentro il modulo. Un modo per riutilizzare un serbatoio che altrimenti sarebbe stato scartato. Sebbene l’idea sia stata abbandonata – si procedette al lancio dello Skylab completamente attrezzato – in seguito il progetto è stato rivalutato, considerati i vantaggi di risparmio della manovra.

 

E dunque si arriva al nuovo progetto della NASA. United Launch Alliance fornirà gli stadi usati dei razzi Atlas V, per i quali NanoRacks prefabbricherà un laboratorio e uno spazio abitabile, con sistemi robotici forniti da Space Systems Loral. Come nel caso del progetto di oltre 30 anni fa, l’obiettivo è usare due razzi, con gli astronauti che assembleranno il nuovo modulo nello spazio una volta che il serbatoio di combustibile è stato utilizzato.

“Questo approccio innovativo offre una nuova strada che non solo è più conveniente dal punto di vista economico, ma che presenta meno rischi rispetto alla fabbricazione di moduli sulla Terra da lanciare in orbita successivamente”, ha spiegato Jeff Manber, fondatore e CEO di NanoRacks. Attualmente, gli stadi superiori dei razzi Atlas V sono scartati dopo il primo utilizzo. Trasformarli in mini stazioni spaziali potrebbe essere un modo per risparmiare, in base al semplice principio dell’economia circolare.

 

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