Dai noccioli della frutta impiegati in farmaceutica, al sale di scarto delle macellerie riciclato come antigelo: la regione sperimenta nuovi strumenti di economia circolare
(Rinnovabili.it) – Recuperare e riutilizzare. Sono le due parole d’ordine dell’Emilia Romagna quando si tratta di rifiuti. La regione è impegnata a mettere in campo strategia innovativa con cui dare corpo all’economia circolare. Dopo aver portato la raccolta differenziata sopra il 61 per cento e aver avviato un programma di certificazione ambientale per gli esercizi della distribuzione organizzata impegnati nel riciclo, l’amministrazione compie il passo successivo.
In occasione dello Sprecozero Day, l’iniziativa per presentare le esperienze più innovative messe in campo su scala regionale e nazionale per la riduzione degli sprechi, l’assessore all’ambiente Paola Gazzolo ha presentato l’Elenco regionale dei sottoprodotti da non buttare.
Di cosa si tratta? Di una lista, per ora molto breve ma destinata a crescere, di rifiuti organici sia di origine vegetale che animal, derivanti da processi di produzione primaria, a cui dare una specifica seconda vita. I primi tre sottoprodotti individuati sono i noccioli di albicocca e pesca da riutilizzare nell’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica o da trasformare in energia per gli impianti di combustione e biogas, e il sale impiegato nella preparazione delle carni e reimpiegato come antigelo sulle strade.
All’Elenco si possono iscrivere le imprese il cui processo di produzione, le sostanze o gli oggetti che ne derivano hanno i requisiti previsti appunto per i sottoprodotti.
“Abbiamo aperto una nuova frontiera: per prima in Italia, la nostra Regione ha istituito un Elenco dei sottoprodotti, ossia degli scarti dei processi produttivi che, anziché essere considerati rifiuti, possono diventare risorsa preziosa per nuove filiere di produzione”, – ha affermato Gazzolo. “È indispensabile una nuova visione nella gestione dei rifiuti: le materie prime sono limitate e il loro uso va ridotto al minimo”. L’iniziativa è destinata a svilupparsi tenendo ben a mente la vocazione del territorio: ulteriori impegni daranno la priorità agli ambiti fortemente legati al tessuto economico dell’Emilia Romagna, dall’industria cartiera a quella agroalimentare.