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Contro lo spreco alimentare: si studia la rete di ecoristoranti

Contro lo spreco alimentare: si studia la rete di ecoristoranti

 

(Rinnovabili.it) – Si chiamano ecoristoranti perché sono impegnati ad offrire un servizio che non sia solo ottimo per l’avventore ma anche per Madre Natura. Insieme costituiscono un network – nato nel 2012 sul territorio del consorzio rifiuti Covar14 – che oggi comprende ben 77 esercizi in 20 comuni italiani. E saranno proprio questi 77 ecorisostranti a divenire le “cavie” di un nuovo progetto di studio lanciato in occasione della Settimana europea di riduzione dei rifiuti (SERR2016).

 

Covar 14 e Cidiu Servizi (nel tempo la rete si è estesa anche al territorio gestito dal Gruppo CIDIU) hanno deciso di rilanciale il network con un’iniziativa monitoraggio dello spreco alimentare. In questo contesto, l’Università di Roma-Tor Vergata e l’Università di Ferrara, insieme alla Cooperativa ERICA, condurranno l’indagine che si muoverà essenzialmente lungo due direttrici: la composizione dei rifiuti organici di un ristorante e l’asporto del cibo non consumato da parte del cliente. In particolare si vuol fare luce sulla composizione del mastello dell’umido di un Ecoristorante, per rispondere ad alcuni quesiti: quanta parte della frazione organica deriva dagli avanzi dei clienti? Quanta dagli scarti di cucina? E quanta proviene dal cucinato non impiattato? Che influenza può avere sui rifiuti organici un cattivo approvvigionamento da parte del ristorante?

 

Questo genere di iniziativa ha destato l’interesse dell’Università di Roma-Tor Vergata e di Ferrara, che collaboreranno attivamente con la Cooperativa ERICA alla realizzazione dell’indagine fino a primavera 2017. Il progetto si concluderà con un e-book illustrativo del lavoro svolto, importante anche alla luce della nuova normativa italiana sui rifiuti alimentari. Il testo, ancora in Senato, prevede tra l’altro la possibilità per gli operatori del settore alimentare di cedere gratuitamente le eccedenzela promozione della “family bag”, per consentire alle famiglie di portare a casa gli avanzi quando si mangia al ristorante. Nelle proposte normative anche quella di dare al Comune la facoltà di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti alle utenze non domestiche relative ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari e che a titolo gratuito li cedono, direttamente o indirettamente agli indigenti e alle persone in condizioni di bisogno o per l’alimentazione animale.

 

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