Salgono i costi, calano le vendite, l’infrastruttura del riciclo è ridotta. Così il riutilizzo e riciclo dei tessuti rischia il tracollo
Il comparto del riutilizzo e riciclo dei tessuti rischia di morire prima di nascere per davvero
(Rinnovabili.it) – L’industria responsabile della preparazione per riutilizzo e riciclo dei tessuti scartati è sull’orlo del collasso in tutta Europa. In particolare, secondo la Confederazione europea dell’industria del riciclo (EuRIC), ci sono allarmi urgenti in Olanda, Germania e Regno Unito. Senza un intervento immediato, questa crisi si aggraverà, dicono gli industriali, causando danni economici e ambientali irreversibili.
Lo scenario apocalittico è delineato in un comunicato della Confederazione diffuso la scorsa settimana. Le cause sarebbero l’aumento dei costi, la diminuzione delle vendite a causa della concorrenza forte e le lacune legislative. Questi fattori “stanno mettendo a rischio preziose risorse tessili riutilizzabili e l’economia circolare”, dice EuRIC. “La combinazione di abiti di seconda mano invenduti a causa di una diminuzione globale delle vendite e di modelli commerciali insufficienti per il riciclo, i tessuti scartati rischiano di finire direttamente nell’inceneritore senza essere riutilizzati o riciclati”.
Mariska Boer, presidente del ramo tessile di EuRIC, giudica “profondamente allarmante” la prospettiva che l’incenerimento diventi l’unica opzione. Ma teme che andrà così “se la cernita dei tessuti scartati diventa finanziariamente non sostenibile”.
Senza una raccolta e una selezione economicamente sostenibile, crollerebbe l’infrastruttura del riciclo. “Tutti gli sforzi dell’industria per creare una catena del valore del tessile sostenibile in un’economia circolare sarebbero vani”, conferma Boer.
EuRIC chiede un’azione urgente a livello europeo per prevenire il crollo del settore europeo del riutilizzo e riciclo dei tessuti. “Dovrebbe essere preso un intervento tempestivo per implementare schemi di responsabilità estesa del produttore”, chiede. Lo schema sarebbe coerente con la revisione della Direttiva quadro sui rifiuti (WFD). Anche acquisti pubblici verdi potrebbero rappresentare un volano. Il cosiddetto green public procurement potrebbe fissare obiettivi obbligatori di contenuto riciclato nei prodotti tessili. Potrebbe anche introdurre criteri di riciclabilità attraverso il regolamento sull’ecodesign. Questi ultimi, in particolare, sono visti da EuRIC come “essenziali per stimolare la domanda di materiali riciclati, promuovere pratiche sostenibili e garantire la sostenibilità dell’industria del riciclo tessile”.