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SERR 2022: quando i rifiuti tessili sono “fuori moda”

rifiuti tessili
via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti di quest’anno è dedicata ai “Tessili circolari e sostenibili”, per valorizzare le azioni che abbassano l’impatto ambientale di uno dei settori più inquinanti in ogni sua fase, dalla raccolta delle materie prime al fine vita dei prodotti, che troppo spesso avviene in discarica o inceneritore. 

AMA, la municipalizzata che gestisce il ciclo dei rifiuti a Roma, aderisce all’iniziativa attraverso la campagna “I rifiuti sono fuori moda”. 

I rifiuti sono fuori moda, parola di AMA

La campagna lanciata da AMA prevede la diffusione di una brochure contenente informazioni utili sul ciclo di vita dei tessuti e su come riutilizzare o smaltire correttamente i rifiuti tessili. Alla diffusione del materiale informativo è associato un gioco a quiz, le cui domande verranno diffuse dai post quotidiani dell’account Linkedin di AMA e le cui risposte sono contenute proprio nella brochure, che verrà distribuita dal 19 al 27 novembre nei Centri di Raccolta AMA in occasione delle raccolte straordinarie di ingombranti e RAEE. 

Il materiale distribuito fornisce dati utili sull’impatto dell’industria tessile, che è tra le maggiori inquinanti al mondo, al terzo posto per consumo di acqua e di suolo e al quinto per utilizzo di materia e produzione di emissioni di gas serra, e che in Europa ha il quarto impatto più importante su ambiente e cambiamenti climatici subito dietro cibo, alloggi e mobilità.

Il settore industriale della moda produce una importante quota di scarti: è come se ogni secondo, in tutto il mondo, andasse in discarica o in incenerimento un intero camion di rifiuti tessili, mentre di tutti i vestiti prodotti al mondo viene avviato al riciclo appena l’1%. 

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Riciclare i rifiuti tessili si può, e fa molto bene all’ambiente

La raccolta di rifiuti tessili a Roma nel 2021 ha consentito di recuperare 6.708,35 tonnellate di materiali, 2,5kg per ogni cittadino o cittadina. 

Attraverso la sua campagna AMA invita ad evitare gli sprechi, informando la cittadinanza su pratiche virtuose di recupero o riutilizzo come la trasformazione sartoriale, la vendita mediante mercatini o app o la donazione ad associazioni di volontariato, ma dà anche indicazioni sul corretto smaltimento. I rifiuti tessili non vanno infatti buttati nell’indifferenziato (le fibre naturali impiegano centinaia di anni a degradarsi con importanti emissioni di metano, quelle sintetiche hanno bisogno di ancora più tempo) ma esclusivamente nei cassonetti gialli, dove possono essere conferiti, in buste ben chiuse e non voluminose, abiti usati, rifiuti tessili generici e accessori. 

Gli scarti così smaltiti vengono trattati e recuperati, e da questi è possibile ricavare nuova materia, vendere quelli in buone condizioni o smaltire in impianti a norma quelli non recuperabili. 

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