Grazie al carbonato di calcio, abbondante in questi scarti alimentari, è più facile separare le terre rare da soluzioni acquose in modo ecologico
L’economia circolare dei rifiuti alimentari sposa la necessità di separare le terre rare dall’acqua
Il carbonato di calcio abbondante nei gusci d’uovo può assorbire e separare le terre rare dall’acqua. Ed è anche molto efficace. Definita una “cracking discovery”, con un gioco di parole, la novità viene da ricercatori della School of Natural Sciences del Trinity College di Dublino e iCRAG, il centro di ricerca in geoscienze applicate della Science Foundation Ireland. I loro risultati sono pubblicati sulla rivista internazionale ACS Omega.
Le terre rare, cruciali per le tecnologie utilizzate nelle auto elettriche e nelle turbine eoliche, stanno crescendo in domanda mentre l’offerta rimane scarsa. Gli scienziati quindi lavorano per trovare nuovi modi sostenibili per estrarle dall’ambiente. Quelli attuali, infatti, sono spesso dannosi.
Stavolta hanno messo i gusci d’uovo in soluzioni contenenti elementi delle terre rare a varie temperature, da 25 °C a 205 °C. L’immersione è durata fino a tre mesi. Gli elementi potevano entrare nei gusci venendo in contatto con la superficie in carbonato di calcio (calcite).
Si è visto che a temperature più elevate, le terre rare formavano nuovi minerali sulla superficie del guscio. A 90 °C, in particolare, la superficie del guscio ha facilitato la formazione di kozoite, un composto di terre rare. A temperature più elevate, i gusci subivano una trasformazione completa: la calcite si dissolveva e veniva sostituita da kozoite policristallina. Alla temperatura più alta, 205 °C, questo minerale si trasformava gradualmente in bastnasite, un minerale stabile utilizzato per estrarre terre rare per applicazioni tecnologiche.
In sostanza, l’esperimento ha confermato che i gusci d’uovo di scarto potrebbero essere riutilizzati come materiale ecologico a basso costo per soddisfare la crescente domanda di questi elementi, poiché intrappolano terre rare diverse all’interno della loro struttura. Non solo il metodo irlandese offre una soluzione sostenibile al problema del recupero degli elementi delle terre rare, ma si allinea anche con i principi dell’economia circolare e valorizzazione dei rifiuti.